TRENO VERDE: LATINA SOMMERSA DI AUTO SENZA ZTL NE’ BICICLETTE

04/03/2010 di

Una media di 73 automobili ogni 100 abitanti e nessuna zona a traffico limitato. E poi solo brevi accenni di piste ciclabili e isole pedonali praticamente inesistenti. Ben 55% dell’acqua dispersa in rete.


Questa la drammatica situazione di Latina secondo i dati dell’ultimo dossier Ecostistema Urbano di Legambiente (dati 2008, pubblicazione 2009), che ha visto la città laziale piazzarsi al 91° posto, non molto lontana dalle posizioni finali della classifica dei 103 capoluoghi di provincia italiani fotografati dalla studio annuale sulla vivibilità ambientale. A rilanciare i dati del rapporto è il Treno Verde di Legambiente e Ferrovie dello Stato, la storica campagna realizzata anche grazie al contributo di Telecom Italia, in sosta al binario 1 della stazione centrale di Latina fino alla mattina dell’8 marzo.

Una città “cicala”, secondo Ecosistema Urbano, ossia tra i centri del Belpaese lontani persino dagli standard minimi di vivibilità urbana, che spesso cantano annunciando prodigiosi interventi antitraffico ma di fatto non hanno posto finora nessun tassello per migliorarne il sevizio.

Ecco quanto emerge nel dettaglio sulla situazione del capoluogo laziale. Non migliora negli anni il numero di automobili circolanti, con un tasso di motorizzazione che si mantiene tra i più alti d’Italia, dove la media si attesta su 63,5 auto/100ab. Dati che fanno il paio con i nulli metri quadrati di zone cittadine sottoposte al limite della circolazione del traffico. Irrisoria anche la condizione della isole pedonali, cui Latina riserva solo 0,02 m2 di superficie stradale per abitante. Restano poi critici i valori della dispersione idrica, con una percentuale elevatissima del 55%, la più alta nel Lazio.

Peggiora, rispetto agli anni precedenti, il quadro generale della qualità ambientale di tutti i capoluoghi laziali: unica eccellenza della classifica nazionale è Rieti, al 32° posto, seguito a distanza da Roma, al 62°. Si piazzano invece tutti negli ultimi 13 posti Latina (91°), Viterbo (94°) e Frosinone (100°) . Per tutti è il traffico a rappresentare il vero grande problema, con quattro capoluoghi su cinque nel fondo della classifica nazionale per il numero di automobili per abitante, a fronte di una carenza strutturale di iniziative sul fronte del trasporto pubblico, con la sola eccezione di Roma, dove ad un aumento lieve di offerta di servizio pubblico ha corrisposto un buon aumento del numero di viaggi annui per abitante.

“I dati che emergono sulla mobilità urbana disegnano il quadro di una città consegnata al completo dominio delle automobili su strade, quartieri e, certamente, sull’ambiente – afferma Alessandro Loreti, presidente del circolo di Legambiente di Latina -. Come circolo presente nel territorio i nostri sforzi si concentrano su una serie di proposte che abbiamo rivolta all’amministrazione comunale, che si è dimostrata interessata e disponibile ad un incontro di visioni, orientate al comune interesse di porre il tema dell’ambiente al primo posto nell’agenda dell’attività di gestione. I nostri progetti riguardano prima di tutto la realizzazione di parcheggi scambiatori e quindi di tutti quei servizi volti ad incoraggiare l’intermodalità nelle zone limitrofe al centro storico di Latina, in particolare attorno all’anello della circonvallazione, consentendo il raggiungimento pedonale o tramite navette elettriche del cuore cittadino. Così facendo il vantaggio migliore che si otterrebbe sarebbe la tanto sperata rivalutazione del centro storico, seguita da una capillare pedonalizzazione che restituirebbe Latina ai suoi cittadini, sottraendola, una volta per tutte, alla presenza massiccia di auto, che vagano senza sosta alla ricerca di un parcheggio”.

“Grazie al Treno Verde, torniamo ad analizzare le prestazioni ambientali delle città nella nostra regione, che sono piuttosto deludenti e arretrate – afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio -. Serve un cambio di passo, le amministrazioni devono mettere al centro della propria politica il mezzo pubblico, le aree verdi, la raccolta differenziata, il risparmio e la qualità dell’acqua. Purtroppo ancora oggi, invece, le nostre città risultano attanagliate dalla morsa del traffico e dello smog, con una gestione dei rifiuti che privilegia la discarica e l’incenerimento, il verde troppo spesso sacrificato per inutile cemento. E’ solo sui problemi quotidiani dei cittadini che i grandi centri urbani del Lazio possono vincere la sfida del miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Non possiamo più ammettere ritardi –conclude Parlati –: è tempo ormai che tutela della salute e rispetto dell’ambiente diventino le parole d’ordine di ogni livello dell’amministrazione chiamato a incidere, con le proprie decisioni, sulla vivibilità dei centri urbani”.