Regione Lazio, Pdl prende tempo per il voto

20/10/2012 di
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Prima di votare nel Lazio bisogna aspettare di conoscere la nuova mappa delle Province. E poi cambiare il numero dei consiglieri da 70 a 50 e abolire il ‘listinò. Il candidato? Con le Primarie. Vincenzo Piso, coordinatore del Pdl Lazio, fissa alcuni punti fermi, dopo che il fronte del centrodestra si era incrinato sull’opportunità di votare il prima possibile. Il cronoprogramma che propone Piso proietta di fatto al 2013 la data delle urne, oltre, dunque, quel 16 dicembre chiesto a gran voce dal Pd, che morde il freno ed è sempre più pronto a ricorrere all’articolo 126 della Costituzione per «ridare la parola ai cittadini».

«Prima di andare al voto – afferma Piso – esistono una serie di adempimenti di sostanza, come la decisione sul numero delle Province che nulla ha a che vedere col Pdl. Tutto ciò avverrà dopo la prima settimana di novembre». Dunque, calendario alla mano, il 16 dicembre viene scavalcato. La governatrice uscente Renata Polverini, infatti, deve far passare come minimo 45 giorni tra il decreto di indizione delle urne e il voto. Se lo firmasse ad esempio il 10 novembre, i 45 giorni cadrebbero in piene Festività. Inevitabile a quel punto scollinare oltre Capodanno. A questo punto, si riflette nel centrodestra, potrebbe anche esserci il tempo di riaprire il Consiglio regionale e mettere ai voti le norme da modificare. Il presidente del Consiglio regionale Mario Abbruzzese ha convocato per lunedì una riunione dei capigruppo proprio per discutere di questo. Ma la riunione potrebbe non essere delle più serene.

«Non c’è bisogno di alcuna riunione del Consiglio – la posizione del capogruppo Pd Esterino Montino – È un ulteriore tentativo di perdere tempo. È sufficiente, dopo aver concertato con i ministri competenti il numero dei consiglieri da eleggere, procedere col decreto di indizione al voto con data fissata entro dicembre che contenga anche l’eventuale riparto dei seggi elettorali nei diversi territori provinciali del Lazio in base all’ultimo decreto legislativo già in attuazione». E d’altronde, i democratici lo dicono da tempo, il voto non può più attendere, perchè le urne vanno indette entro 90 giorni dallo scioglimento del Consiglio, cioè entro fine 2012. Che è anche, ricordano, l’orientamento del governo. La capogruppo Pdl Chiara Colosimo, della corrente di Fabio Rampelli, la personalità del Pdl Lazio più favorevole al voto subito, ha messo le cose in chiaro: «Noi non abbiamo alcuna paura di andare a votare. Perchè traccheggiare? Quando e se emergessero degli impedimenti tecnici – ha sottolineato – chi avrà l’autorità per rilevarli lo farà». Come a dire: non dobbiamo dirlo noi che non si può votare subito. Chi invece vorrebbe andare al voto presto, ma dopo aver tagliato i consiglieri è il commissario dell’Udc Lazio Antonio Saccone. Per Francesco Storace, leader de La Destra, bisogna votare subito, ma inevitabilmente con le ‘vecchie regolè: «Se nel Pdl – ha detto – c’è il caos che leggiamo, come si fa ad approvare una qualsiasi legge elettorale? Lo Statuto, poi, visti i tempi per la sua modifica (doppio passaggio in Aula, ndr) ha bisogno di molti mesi. Indire le elezioni per 50 consiglieri ci esporrebbe a nuove urne dopo pochi mesi».

Il decreto taglia-costi del governo (il 174/2012) dice infatti che, dove lo Statuto non sia stato ancora cambiato, si vota con le nuove norme, cioè a 50 consiglieri. E potrebbe essere ulteriormente reso più specifico quando passerà alle Camere. Il Pdl intanto si prepara alle Primarie. Stefano De Lillo, senatore ex FI, è già in campagna elettorale. E a questo punto potrebbero aggiungersi altri nomi, in pole Andrea Augello e Fabio Rampelli. Oltre alla ‘pattuglia rosà Meloni, Belviso, Angelilli, Todini, Lorenzin.

  1. stanno perdendo tempo.
    Rammento a chi di dovere, che se entro dicembre 2012 una Giunta regolarmente eletta non approva definitivamente i PTPR perdiamo la possibilità di fermare la devastazione del territorio risparmiando miliardi di euro.