CRIMINALITA’, MINISTERO MANDA POLIZIOTTI A LATINA: 40 PERQUISIZIONI IN CITTA’

27/01/2010 di

Le indagini della Questura proseguono a suon di interrogatori e perquisizioni, oltre una quarantina nella giornata di oggi, per i tre agguati a colpi di pistola consumati nel giro di tre giorni a Latina. In città, nelle scorse ore, sono arrivati i rinforzi di uomini che il questore Nicolò D’Angelo aveva richiesto al Ministero dell’Interno.

 

Secondo quanto emerso da un vertice in Procura, i due omicidi (Moro e Buonamano) non sarebbero altro che la risposta al ferimento di Ciarelli, avvenuto lunedì mattina in via del Pantanaccio. Intanto gli inquirenti stanno cercando di ricostruire gli ultimi movimenti di Fabio Buonamano prima che fosse ucciso con sei colpi calibro 7,65 e trascinato in via Montelupone. La macchina di Buonamano è stata ritrovata in un’altra zona della città distante sia luogo del delitto che da casa sua.

Omicidio Buonamano, autopsia rinviata. È stata rinviata l’autopsia su Fabio Buonamano, l’uomo assassinato ieri sera nell’ambito della guerra tra bande che si è scatenata a Latina negli ultimi due giorni. Un problema con la notifica ai familiari, secondo quanto si è appreso in ambienti investigativi, ha fatto slittare l’esame previsto per oggi. È possibile che l’autopsia si svolga domani, ma conferme in tal senso non sono ancora arrivate. Proseguono le indagini della polizia per ricostruire quanto accaduto tra lunedì e ieri, dal ferimento di Carmine Ciarelli ai due omicidi che ne sono seguiti. In Questura si lavora ininterrottamente praticamente dall’altra mattina, anche con una serie di perquisizioni e ascoltando tutte le testimonianze possibili. Si cerca di ricostruire le dinamiche criminali che riguardano sia Ciarelli – a capo del clan di etnia rom dedito all’usura e alle estorsioni – sia Massimiliano Moro e Fabio Buonamano che invece si occupavano di droga. Secondo Giulio Vasaturo, criminologo dell’osservatorio regionale sulla legalità, «la guerra fa seguito alla rottura degli equilibri all’interno della rete di malavitosi che gestisce, da decenni, i traffici illeciti nel capoluogo pontino. Una criminalità che ha solidi legami con i referenti della camorra radicati sul territorio e che si è data negli anni una veste imprenditoriale, dopo essere cresciuta grazie al business della droga, dell’usura, delle estorsioni e dopo aver reinvestito parte degli utili nell’edilizia e in importanti attività commerciali».

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