ALFANO: A LATINA UN NUOVO CARCERE IN TEMPI RECORD

09/01/2010 di

Quattro suicidi in una settimana: il 2010 rischia di diventare l’annus horribilis delle carceri italiane dopo il triste primato dei 12 mesi precedenti con 72 detenuti che si son tolti la vita nei sovraffollati penitenziari italiani.

Polizia penitenziaria e centrosinistra puntano il dito contro il governo, accusando il ministro della Giustizia Angelino Alfano di «indecente silenzio» e di inerzia rispetto a un piano carceri più volte preannunciato e mai presentato. Vista la situazione, il capo del Dipartimento dell’ Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, ha indetto per la prossima settimana una riunione ‘ad hoc’ per fare il punto su eventuali strategie di prevenzione dei suicidi.

Gli ultimi detenuti che, in ordine di tempo, hanno deciso di farla finita sono stati, nella serata di giovedì, Amato Tammaro, 28 anni, sottoposto a una misura di sicurezza nel reparto internati del carcere di Sulmona (tristemente noto come il penitenziario dei suicidi) e Giacomo Attolini, 49 anni, pizzaiolo di origini siciliane che lo scorso marzo uccise una donna romena e ferì suo marito per vendicarsi di una denuncia di tentata violenza sessuale ai danni di lei. Attolini si è impiccato nel carcere di Verona utilizzando una maglietta legata alle sbarre della finestra del bagno in cella. Questi ultimi due suicidi si aggiungono a quelli di Pierpaolo Ciullo, 39 anni, ad Altamura (Bari) lo scorso 2 gennaio e, tre giorni dopo, di Celeste Frau, impiccatosi nel carcere Buoncammino di Cagliari.

Le carceri scoppiano (64.406 detenuti, di cui circa il 37% stranieri, contro una capienza regolamentare di 44.066 posti) e i detenuti cominciano a protestare: a Sulmona, dove 500 detenuti (anzichè 300) in taluni casi sono costretti a dormire in 3 in una cella di soli metri quadrati, in serata è cominciata la protesta con la battitura delle inferriate. «È molto più che un’emergenza», denuncia il sindacato penitenziario Osapp che, assieme a Sappe e Uil-Pa, sollecita governo e Dap ad assumersi le proprie responsabilità. Il Pd ha presentato una mozione alla Camera per impegnare il governo ad affrontare il grave sovraffollamento e per chiedere un ampliamento delle misure alternative alla pena detentiva.

Ma il ministro della Giustizia Alfano ha più volte ribadito che non ci sarà più spazio per nuovi indulti o amnistie.
Piuttosto si costruiranno nuove carceri così da arrivare, entro il 2012, a 21.479 posti in più. Il piano predisposto dal Dap è sostanzialmente pronto da ottobre ma fino ad ora è stato difficile trovare fondi sufficienti.

Servono infatti circa 1,4 miliardi di euro in tutto per la costruzione di 24 nuovi penitenziari, di cui 9 ‘flessibilì (vale a dire di prima accoglienza o destinati a detenuti con pene lievi, con controlli sulle mura di cinta affidati alla sola videosorveglianza) costruiti nelle grandi aree metropolitane (Milano, Napoli, Bologna, Torino, Firenze, Roma, Genova, Catania e Bari), a cui se ne aggiungeranno altri 8 in aree strategiche (Pordenone, Pinerolo, Paliano, Bolzano, Varese, Latina, Brescia e Marsala), anch’essi ‘flessibilì e ciascuno da 450 posti, e da realizzare seguendo le procedure veloci utilizzate per le nuove case dell’Aquila.

A questi vanno sommati altre 7 carceri ‘tradizionalì previste a Roma, Milano, Nola, Sciacca, Sala Consilina, Venezia e Savona e 47 nuovi padiglioni in penitenziari già esistenti. Per ora il governo dispone dei 500milioni di euro stanziati in finanziaria.