CENTRALE NUCLEARE, IL BANDO PER COSTRUIRE IL DEPOSITO

07/07/2007 di
La Sogin è ormai pronta ad iniziare i lavori per la
costruzione del deposito che dovrà ospitare i residui del lavoro di dismissione
della centrale nucleare di Borgo Sabaotino. E’ stato infatti appena pubblicato
il bando per affidare l’esecuzione dei lavori.

 
La centrale nucleare di LatinaFabrizio Cirilli, che dalla
centrale nucleare di Borgo Sabotino non distoglie mai l’attenzione, scandisce:
«Come avevamo preannunciato da mesi, è stato pubblicato il bando di gara Sogin
per la realizzazione del deposito temporaneo per rifiuti radioattivi alla
centrale nucleare di Latina a fronte del quale né in passato né, tantomeno, nel
presente, il Comune ha voluto approfondire, chiarire e prendere posizione sulla
questione».

Cirilli da sempre solleva il problema dello scarso controllo sui
lavori che si svolgono all’interno della centrale e dello scarso fluire di
informazioni necessarie a garantire tranquillità e sicurezza alla cittadinanza.
«A nessuna delle domande da noi sollevate sulla questione del deposito – dice il
consigliere regionale e ora anche comunale – è stata data risposta
politico-amministrativa. Non è stato chiarito se il deposito è veramente
necessario dal punto di vista dell’urgenza e della sicurezza, non sono state
chiarite le problematiche collegate ai controlli dell’Apat e alla presenza
dell’altra servitù, l’elettrodotto Sapei, anch’esso in via di costruzione sullo
stesso sito».

Poi l’attacco politico: «Nonostante questa situazione, vi è
l’assenza completa e l’indifferenza del sindaco e dell’amministrazione comunale,
troppo impegnata nel cercare di far quadrare la realizzazione della Giunta con
accordi congressuali e con la conseguente convocazione del Consiglio comunale,
dove dovrebbe essere ufficializzata la formazione della Giunta, il primo giorno
utile dopo il Congresso di An. Queste sono le questioni che riguardano “gli
eletti”, mentre per la gente comune la realtà è che fra 26 mesi, come indicato
nel bando di gara pubblicato, la nostra città avrà anche un bel deposito di
rifiuti nucleari e nello stesso arco di tempo la realizzazione dell’elettrodotto
sullo stesso sito».
 
E rincara: «Il futuro che ci aspetta è semplicemente questo
ed è un futuro fatto di servitù reali e non dei sogni e dei progetti del sindaco
che peraltro è già impegnato mentalmente a pensare per se stesso a nuove
poltrone. Assistiamo all’ennesima sconfitta dei partiti e della “politica” vera
mentre, magari, la politica di piccolo cabotaggio esulterà perché si apre un
“affare” da cinque milioni di
euro».
(Mo.F. Il Messaggero 07-07-2007)
 
 



 
La storia della centrale nucleare di Latina 
 
La costruzione della centrale nucleare di LatinaLa
centrale di Latina è il frutto dell’iniziativa condotta dall’ENI a
partire dal 1957 nel settore nucleare, allorché fu costituita la SIMEA
con capitale sottoscritto al 75% dall’Agip Nucleare (ENI) e al 25%
dall’IRI. Il presidente dell’ENI Enrico Mattei assunse la presidenza
dell’AGIP nucleare, mentre al vertice della SIMEA fu chiamato Gino
Martìnoli.
 


L’ENI
decise di realizzare un reattore di tecnologia inglese a gas grafite
(GCR-Magnox) alimentato con combustibile a uranio naturale metallico. 

Nel
novembre ‘57 la SIMEA comunicò agli inglesi della NPPC (Nuclear Power
Plant Co.) l’intenzione di acquistare un reattore da 200 Mwe del tipo
GCR Magnox, allora in costruzione a Bradwell, Inghilterra. Il contratto
fra SIMEA e NPPC fu firmato il 31 agosto 1958, quando i lavori di
predisposizione del sito erano già iniziati.
 

La centrale di
Latina fu completata in quattro anni e fu la prima centrale nucleare a
entrare in funzione in Italia. All’epoca dell’entrata in servizio era
il reattore più grande in Europa con una potenza elettrica di 210 MW.
Il reattore raggiunse la prima criticità il 27 dicembre 1962. Il primo
parallelo della centrale con la rete elettrica nazionale venne
effettuato il 12 maggio 1963, al termine delle prove sui sistemi
d’impianto.

 
Dall’inizio
dell’esercizio fino all’ultimo arresto (26 novembre 1986), l’impianto
ha prodotto circa 26 miliardi di kWh con un fattore di disponibilità
medio del 76% e massimo del 96% (nel 1983).
 

Dal
1986 la centrale è rimasta ferma a seguito della sopravvenuta chiusura
dell’impianto per decisione governativa (Delibera CIPE del 23 dicembre
1987). Dall’aprile 1991 la licenza di esercizio è stata modificata per
condurre le attività necessarie per la messa in custodia protettiva
passiva dell’impianto (CPP).
 


Nel 2000 SOGIN ha presentato alle autorità competenti il progetto di smantellamento dell’impianto. (Sogin.it)