VILLAGGIO DEL PARCO, LA CASSAZIONE CONFERMA IL SEQUESTRO

26/12/2009 di

Rimangono sotto sequestro a Sabaudia gli 285 villini del "Villaggio del Parco" venduti a privati nel 2004 – su delibera del Comune per la quale sono stati rinviati a giudizio il sindaco, l’assessore all’urbanistica, funzionari comunali e della società committente ed esecutrice dei lavori – dopo essere stati realizzati, con una lottizzazione abusiva dalla ‘Petrarca costruzionì, al posto di una residenza per anziani.

Lo ha deciso la Cassazione – con la sentenza 48924 depositata il 21 dicembre – respingendo il ricorso con il quale gli acquirenti di alcuni dei villini, sorti in località «Bella Farnia», chiedevano il dissequestro degli immobili. In particolare, la Suprema Corte ha confermato l’ordinanza con la quale il Tribunale di Latina, lo scorso sei febbraio, aveva convalidato i sigilli apposti il 15 novembre 2008.

Inizialmente il progetto – sviluppatosi su un fondo agricolo di 12 mila metri quadrati – prevedeva l’edificazione «ai fini sociali» di un complesso casa-albergo di piccoli appartamenti per anziani autosufficienti, con divieto di vendita degli immobili. Ma con delibera del 16 agosto 2004 il Comune, venendo meno a precedenti convenzioni, rilasciò permessi per costruire 285 unità abitative autonome vendute a plurimi acquirenti e accatastate come villini residenziali, nel «più assoluto spregio delle previsioni pianificatorie e non rispondenti alle disposizioni regionali per le comunità di alloggio per anziani». Sebbene, attualmente, i proprietari dei villini
non siano indagati, la Cassazione ha detto no alla loro richiesta di restituzione degli immobili, perchè prima dovranno provare di «non essere stati consapevoli, usando la normale diligenza, dell’abusività dell’intervento edilizio».

«Quando, invece, l’acquirente – spiega la Cassazione – è consapevole dell’abuso edilizio, allora la sua condotta si lega a quella del venditore e in tal modo le rispettive azioni si collegano tra loro nel conseguimento del risultato lottizzatorio». Per il momento, ricorda la Suprema Corte, «il Tribunale di Latina non ha ravvisato, in nessun modo, la buona fede degli acquirenti» e non è da escludere che anche per loro si apra una fase processuale. I villini rischiano la confisca e la demolizione. Respinta la tesi – sostenuta dagli acquirenti con tanto di riferimento alla Corte europea dei diritti umani – della lesione del loro diritto di proprietà.