SLOT MACHINE TRUCCATE, DENUNCIATO UN PONTINO

17/12/2009 di

Si è conclusa con la denuncia di otto persone (tra cui un pontino) e il sequestro di materiale informatico un’operazione condotta dalla Guardia di finanza di Macerata che ha portato alla scoperta di un’organizzazione – con diramazioni in sei regioni dell’Italia centrale – che faceva sì che le slot machine dislocate in diversi esercizi pubblici non facessero pervenire ai Monopoli di Stato l’esatto ammontare delle giocate.

È stata accertata un’evasione all’erario di 570.483 euro. Tutto è partito nel marzo 2008, quando a Civitanova la Guardia di finanza ha avuto sospetti sul funzionamento di alcune slot machine. Fatti i controlli, le fiamme gialle hanno scoperto che il fenomeno non riguardava solo la provincia di Macerata ma tutte le Marche oltre ad Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo,
coinvolgendo 22 Comuni. Ha coordinato le indagini, che si sono svolte anche con l’ausilio di tecnici informatici altamente specializzati, la Procura di Ancona.

Le slot machine non presentavano alcuna manomissione. Solo un esperto poteva rendersi conto che dei cavetti elettrici ben nascosti e collegati con un piccolo congegno impedivano, come un filtro, che le segnalazioni indirizzate ai Monopoli uscissero dalla macchina. Il meccanismo è stato ulteriormente migliorato dagli indagati, con una scheda clonata che dalla slot machine faceva pervenire ai Monopoli dati su partite fittizie, molto inferiori ovviamente al numero delle giocate vere e al loro ammontare. Infine l’organizzazione è passata a un sistema ancora più raffinato, crendo un circuito stampato da inserire come uno spinotto lungo il cavo che collega la scheda madre della slot machine al congegno che trasmette i dati al concessionario di rete. L’artificio consentiva, indipendentemente dalla giocate effettuate, di trasmettere autonomamente, simulando partite fittizie, dati inferiori
del 75/80% rispetto a quelli reali.  I titolari dei locali pubblici erano all’oscuro della truffa.

Sono stati denunciati G.I. di Montesilvano (titolare della ditta M.G.) al quale sono state sequestrate 48 slot machine; C.I. di Latina (dipendente della M.G.); B.C. di Sulmona (cognato del noleggiatore di Montesilvano); S.M. di Corridonia (titolare della G.G. di Corridonia) al quale sono state sequestrate 21 macchinette; M.E. di Tolentino (titolare della G.G. di Tolentino) al quale sono state sequestrate 12 slot machine; R.M. di Sant’Elpidio a Mare (titolare di un bar); M.G. di Roma (rappresentante legale della M.P. di Roma); M.S. di Viterbo (rappresentante legale della D.G. di Viterbo). Tutti sono accusati di truffa informatica, mentre su due di essi grava anche l’accusa di gioco d’azzardo perchè con le macchinette da loro noleggiate si poteva anche giocare d’azzardo.
 Il romano M.G., chiamato l«ingegnerè, era in pratica il ‘cervellò dell’organizzazione. Era lui infatti, secondo gli investigatori, che programmava le schede informatiche (del valore di quattro o cinque euro) rivendendole ai noleggiatori a duemila euro l’una. L’uomo partecipava anche a fiere per piazzare le schede informatiche. Nella sua abitazione sono state sequestrate 400 ‘placchettè per creare i filtri, oltre a 418 circuiti stampati, 6 pc contenenti software per la programmazione e clonazione di schede e filtri, tre computer portatili, 7 memorie Usb, 55 Cd e 3 floppy contenenti programmi, 5 schede di rete.  È stato sequestrato denaro contante per 71.783 euro oltre a titoli e assegni per oltre 170.000 euro.