FAZIO: INFLUENZA A MENO PERICOLOSA DELLA STAGIONALE

01/11/2009 di

Il vice ministro della salute, Ferruccio Fazio ha rilasciato una dichiarazione alla nazione per rassicurare gli italiani sul rischio di mortalità provocato dall’influenza H1N1. Il Ministero della Salute, attraverso il suo portavoce, ha divulgato dei dati attraverso i quali emerge che l’influenza stagionale, l’inverno scorso ha causato molti più decessi rispetto all’attuale influenza A. L’anno scorso, su 4 milioni di pazienti contagiati dal virus influenzale sono stati registrati 8 mila morti.

Il virus H1N1 attualmente avrebbe causato 11 decessi, sui 400 mila casi registrati. Sembrerebbe dunque che l’influenza A sia almeno 10 volte meno pericolosa della consueta influenza stagionale, sui soggetti non a rischio, vale a dire sui soggetti che non presentano malattie croniche. Il ministro Fazio ha anche reso noto che d’intesa con il Presidente del Coni, Gianni Petrucci, il Ministero della Sanità ha preso la decisione di vaccinare tutti i 350 atleti italiani che parteciperanno alle Olimpiadi invernali di Vancouver 2010. Fazio ha sottolineato che la manovra dovrà essere intesa come una misura cautelare nei confronti dell’incolumità degli atleti che si sono preparati con impegno e fatica alla competizione olimpica. Non è da intendersi come una prova della pericolosità del virus H1N1.

L’obiettivo è quello di garantire che la rappresentanza italiana a Vancouver non venga decimata a causa dei sintomi influenzali. A fronte di questa manovra decisa dal Ministero della Salute, è sorto un dibattito circa la  necessità di vaccinare anche i calciatori italiani. Ma per ora la discussione della questione è stata rimandata, proprio per sottolineare l’eccezionalità della decisione riguardo gli atleti olimpici. Fazio ha dichiarato che la disponibilità di vaccini disponibili non è attualmente sufficiente a coprire tutta la popolazione, sebbene i quantitativi stiano progressivamente aumentando. E’ questo il motivo per il quale oggi, ancora è necessario agire sulla base di un ordine di priorità, garantendo la vaccinazione dal virus A prima alle persone considerate più a rischio.