ANM, UN PROTOCOLLO PER LA CRONACA GIUDIZIARIA

28/10/2009 di

di MARCO CUSUMANO *

Il rapporto tra tribunale e cronisti di giudiziaria è sempre molto delicato e per questo la sezione di Latina dell’associazione nazionale magistrati (Anm) ha adottato la delibera del Csm nella quale vengono dettate alcune “regole” in merito alla “rappresentazione delle vicende giudiziarie”. Molte di queste regole, in realtà, dovrebbero far parte del bagaglio di professionalità di ogni cronista ma, in alcuni casi, vengono quantomeno sottovalutate.


«A volte – spiega il giudice Lucia Aielli, presidente dell’Anm di Latina – alcuni episodi trattati dalla stampa hanno un grosso impatto sull’opinione pubblica e quindi dovrebbero essere trattati rispettando una precisa terminologia e rappresentando i fatti in maniera adeguata». L’intenzione dell’Anm non è certo quella di limitare la cronaca giudiziaria, ma di collaborare con i giornalisti affinché le notizie vengano divulgate correttamente. «Al fine di garantire da un lato il diritto di cronaca, dall’altro una corretta informazione e rappresentazione dei fatti riportati si invitano gli organi di stampa e le emittenti televisive a rispettare l’accordo intervenuto sul punto. In particolare a curare che risultano chiare le differenze fra documentazione e rappresentazione, fra cronaca e commento, fra indagato e condannato, fra Pm e giudice, fra accusa e difesa, fra carattere definitivo e non definitivo dei provvedimenti emessi», si legge nella nota dell’Anm. La delibera è stata adottata dal Consiglio Superiore della Magistratura il 21 luglio scorso e, in verità, riguarda soprattutto il giornalismo televisivo e i cosiddetti “processi in Tv” che ultimamente hanno sollevato diverse polemiche, specialmente tra gli addetti ai lavori, incontrando però un grande interesse nel pubblico. (* Il Messaggero 28-10-2009)