OPERAZIONE LAZIAL FRESCO, CHIESTI 210 ANNI DI CARCERE PER SPACCIO DI DROGA

19/10/2009 di

Duecentodieci anni di carcere complessivi per spaccio di droga. Questa la richiesta dell’accusa al termine del processo per l’operazione antidroga Lazial Fresco che portò, nel maggio 2007, all’arresto di 39 persone. Tra loro anche i D’Alterio, padre, figlio e nipote, insieme a Costantino e Guerrino Di Silvio. La pena più alta è stata chiesta proprio per Giuseppe D’Alterio: 18 anni di carcere.


Per i due Luigi D’Alterio (figlio e nipote), il pm ha chiesto 5 anni e 3 mesi e 5 anni e 6 mesi. Per Guerrino Di Silvio chiesti 6 anni e 6 mesi, 14 anni per Gianni Giordano, 10 per Francesco Ottobre. L’inchiesta fu coordinata dal sostituto procuratore Giancarlo Ciani il quale scoprì carichi di droga, provenienti dall’Argentina, che giungevano in aereo a Roma o via nave a Gaeta e poi venivano trasportati a Fondi da dove, grazie soprattutto alla ditta di trasporti «Lazial Frigo» dei D’Alterio che operava nel Mof, venivano smerciati. Una rete di corrieri e venditori in grado di gestire traffici per un volume d’affari di centinaia di migliaia di euro l’anno. Di quantità e prezzo si parlava al telefono, fino a poche ore dall’ultimo blitz dei carabinieri dopo due anni di indagini serrate, intercettazioni e pedinamenti. Alla fine del periodo d’inchiesta la conta della droga sequestrata ammonterà a 121 chili, tra hashish e cocaina. Tra i legali Angelo e Oreste Palmieri, Sandro Marcheselli, Giulio Mastrobattista, Vincenzo Macari e Leone Zeppieri.