Trans aggredito a Latina, la Cassazione riapre il caso

Dovrà essere riesaminata la vicenda che ha visto protagonista un transgender che per due anni avrebbe subito le vessazioni di colleghi di lavoro. Lo ha deciso la Corte di Cassazione che, accogliendo il ricorso presentato con l’assistenza dell’avvocato Daniele Stoppello, ha annullato il provvedimento di archiviazione disposto il 5 maggio 2011 dal gip di Latina Tiziana Coccoluto, disponendo il rinvio del fascicolo al tribunale del capoluogo laziale appunto per un nuovo esame. Una drammatica vicenda quella di Francesca (è un nome di fantasia).
Trentasette anni, lavorava presso un noto caseificio di Latina. Riconosciuta come un’operaia modello per i suoi circa dieci anni di lavoro, due anni fa decide di seguire il suo istinto e di intraprendere il cammino per diventare un uomo. Comunica la sua decisione all’azienda e da allora inizia il mobbing. Due anni di prese in giro, due anni in cui i colleghi non la chiamavano più per nome, bensì «transformer» oppure «carne di porco».
Non solo, era costretta a cambiarsi in corridoio e fu accusata di aver molestato una segretaria. Invece era lei, secondo la denuncia, a subire molestie sessuali e continui insulti. Alla fine Francesca non ce la fa più e quando nella sala mensa, dove era ormai costretta a mangiare da sola, scopre che stavano facendo una raccolta firme per mandarla via, il gesto estremo.
«Visto che qui proprio non mi vogliono tolgo il disturbo» e tenta il suicidio tagliandosi le vene. Era il 13 settembre del 2010. Poi Francesca esce dall’azienda, spintonata anche da alcuni colleghi. Nessuno la soccorre. Chiuso il cancello d’accesso al caseificio alle sue spalle, le vengono in aiuto alcuni operai della vicina fabbrica. Quindi la decisione di presentare una denuncia. Sul registro degli indagati vengono scritti dal pm di Latina Maria Elenora Tortora, i nomi di due colleghi di Francesca per atti persecutori, violenza sessuale e lesioni personali. Il 30 dicembre successivo il pm chiede l’archiviazione al gip. Istanza che viene accolta. Quindi il ricorso in Cassazione, che viene poi accolto con il parere favorevole del pg Elisabetta Cesqui. Nel frattempo Francesca ha terminato il suo percorso.
«Speriamo che finalmente possa trovare giustizia – ha commentato Stoppello – La decisione del gip di archiviare il procedimento nei confronti degli indagati avrebbe violato, tra l’altro, il principio del contraddittorio delle parti che deve essere sempre instaurato quando l’opposizione contiene specifiche richieste investigative. Le indagini, invece, sono state svolte in modo intempestivo e superficiale, quasi a considerare scarsamente attendibili le dichiarazioni rese dalla parte offesa».
ma vafangul