ABUSAVA DELLE FIGLIE DI AMICI, CONDANNATO

19/04/2007 di
di MARCO CUSUMANO*
L’amico di famiglia insidia due sorelline di 7 e 9 anni. L’accusa: violenza sessuale. La condanna: 5 anni e 4 mesi di reclusione. Si è concluso ieri davanti al giudice Lucia Aielli il delicatissimo processo al pedofilo che abusava, in un piccolo paese dei Monti Lepini, delle figlie dei suoi amici più stretti.

Lui era il classico amico di famiglia, quello su cui si può contare e di cui ti puoi fidare ciecamente. Ora è rinchiuso in carcere da sette mesi e ci dovrà restare, salvo novità nei gradi successivi di giudizio, per quasi altri cinque anni.
L’accusa è pesantissima. L’uomo avrebbe abusato di entrambe le bambine con le quali spesso passava intere giornate. Sono le figlie di una coppia di carissimi amici, quasi dei familiari. L’uomo di 52 anni avrebbe abusato di loro in diverse occasioni fino all’arresto, avvenuto il 2 settembre 2006. Di questa vicenda non si era avuta notizia per evitare ulteriori traumi per le bambine. Gli episodi di violenza sarebbero stati numerosi, in luoghi e tempi diversi fino al momento dell’arresto. In particolare in un’occasione l’uomo avrebbe portato le due bambine in un casolare di campagna, di sua proprietà, dove si recava spesso anche con la famiglia delle piccole. I genitori erano talmente fidati che avevano una copia delle chiavi del casolare: non avrebbero mai potuto immaginare che quella casa era il teatro di violenze nei confronti delle loro figlie.
Proprio lì il pedofilo avrebbe portato più di una volta le due bambine. In una di queste occasioni, approfittando del fatto che era solo con loro, avrebbe abusato in particolare della più piccola, di appena 7 anni. Sarebe stata lei l’obiettivo più frequente delle attenzioni perverse di quell’uomo. Forse perché era la più indifesa. Ma un giorno un’amica della mamma aveva notato l’uomo mentre giocava con le due bambine. La donna è rimasta colpita da qualche attenzione particolare che quell’uomo di mezza età riservava alle piccole. E così ne ha parlato con la mamma, raccontando i suoi dubbi, le sue perplessità, i suoi sospetti.
La bambina è stata sollecitata dalle domande della mamma e alla fine ha raccontato tutto ai genitori. E’ scattata la denuncia e poi l’arresto da parte dei carabinieri. Davanti al giudice le bambine non avevano avuto neanche la forza di raccontare tutto ciò che era accaduto. E così, con l’aiuto degli psicologi, hanno fatto dei disegni per spiegare cosa faceva quell’uomo con loro quando papà e mamma non c’erano. Il difensore, Antonio Grasso, ha sostenuto l’assenza di prove concrete: «Ci sono solo le parole delle bambine, nessuna altra prova. Anzi le visite ginecologiche hanno escluso penetrazioni o presenza di liquido seminale». Il pm Giancarlo Ciani, dopo aver ripercorso i fatti, ha chiesto la condanna a otto anni. Il giudice Lucia Aielli ha ridotto la condanna a 5 anni e 4 mesi. La famiglia delle bambine è assistita dall’avvocato Maria Belli.
 
Un altro caso di violenza sessuale è stato affrontato ieri in tribunale. Un uomo di Aprilia è accusato di aver abusato della figliastra di appena 14 anni. Il suo avvocato ha chiesto una perizia psicologica sull’imputato e sulla presunta vittima. Ma il giudice ha respinto la richiesta: il processo si concluderà il 7 maggio. (* Il Messaggero, 18-04-2007)