CASO BATTISTI, IL TRIBUNALE DEL BRASILE RINVIA LA DECISIONE
Il Tribunale Federale Supremo del Brasile ha rinviato la sua decisione sull’estradizione di Cesare Battisti, l’ex militante dei Proletari Armati per il Comunismo condannato all’ergastolo in Italia in contumacia per quattro omicidi. La sessione della Corte si è interrotta dopo undici ore di acceso dibattito quando l’ottavo magistrato chiamato a votare, Marco Aurelio de Mello, ha chiesto un rinvio per poter riesaminare la documentazione. A quel momento, quattro dei nove magistrati della Corte si erano già espressi a favore dell’annullamento dell’asilo politico concesso a gennaio dal ministro della Giustizia Tarso Genro e tre per il suo mantenimento.
De Mello ha detto tuttavia di tendere a favore del mantenimento dell’asilo politico. Se voterà in questo senso la decisione finale sarà nelle mani del presidente del tribunale, Gilmar Mendes, che ancora non si è pronunciato. Il magistrato relatore della causa, Cezar Peluso, che è anche vice presidente del tribunale supremo, ha definito «illegale» la concessione dell’asilo politico e ha anticipato di essere favorevole all’estradizione se la condanna verrà commutata in 30 anni di carcere, dato che in Brasile non vi è la condanna all’ergastolo. Con lui si sono schierati i giudici Ricardo Lewandowski, Ayres Britto e Ellen Gracie, mentre Joaquim Barbosa, Eros Grau e Carmen Lucia hanno votato per il mantenimento dell’asilo politico.