GASOLIO A PONZA, INCHIESTA SULLA SEP. MA LA SOCIETA’ SI DIFENDE

02/09/2009 di

È stata aperta un’inchiesta dalla procura di Latina sul gasolio finito ieri in mare a Ponza, per uno sversamento della centrale elettrica, nel porto e nella
spiaggia di Giancos, che oggi è stata chiusa ai bagnanti. L’ipotesi di reato emessa dalla magistratura di Latina a carico della Sep è quella di danno ambientale e accertamenti sono stati disposti dalla procura di Latina al fine di stabilire le responsabilità della Società elettrica ponzese, che gestisce la centrale che fornisce di energia elettrica l’isola. La società è stata diffidata a intervenire per togliere le chiazze di gasolio. Oggi sono stati avviati i primi rilievi dell’Arpa Lazio. Il sindaco di Ponza, Pompeo Porzio, ha annunciato l’intervento dei tecnici del Comune per verificare la situazione ed accertare responsabilità.

La replica della Sep. Un «modesto quantitativo di gasolio» affiorato sulla spiaggia di Giancos «non direttamente correlabile all’attività produttiva della Sep». Arriva attraverso il suo legale, Silverio Vitiello, la replica della Società elettrica ponzese in merito all’uscita di gasolio in mare nell’isola di Ponza. Sull’incidente di ieri la procura di Latina ha aperto un’inchiesta per il reato di danno ambientale per accertare precise responsabilità a carico della società.
La Sep, dopo aver effettuato una verifica sui propri serbatoi e sulle condotte, attribuisce un’altra spiegazione alla fuoriuscita di gasolio. «È possibile – scrive
il legale in una nota – che qualche esercente delle attività stagionali legate alla nautica, seppur involontariamente, abbia perforato la barriera bentonitica
posizionata sotto l’arenile». La barriera, come spiega ancora la Sep, era stata costruita a seguito di un incidente verificatosi nella centrale nel novembre del 2007, a causa della rottura di un tubo di adduzione del gasolio dai serbatoi ai generatori della centrale che alimenta l’isola. «Per tale incidente – continua la società – mai nessuno sversamento in mare si è verificato proprio in virtù dell’efficace messa in sicurezza del sito, per cui il gasolio, rimasto finora insaccato nel terreno, non ha avuto possibilità di fuoriuscite verso il mare».