Truffa all’Enpam, denunce anche da Latina

18/04/2012 di

Una truffa con perdite per le casse dell’Enpam di circa 500 milioni di euro.
Malagestione dei fondi con rischiosi investimenti in derivati e operazioni immobiliari «anomale e
sospette». L’inchiesta della Procura di Roma sugli investimenti dell’ente previdenziale dei medici italiani,
si allarga e coinvolge il presidente Eolo Parodi e altre tre persone, tutti ex dirigenti della Fondazione,
indagati con l’accusa di truffa aggravata.

Ma Parodi replica, «non ho nulla da nascondere, nulla di cui
vergognarmi. I medici italiani si tranquillizzino: non ho mai pensato di sottrarre denaro all’Enpam, come
non penso che questa iniziativa legale abbia lo scopo di colpire me per togliere alla Fondazione
l’autonomia di cui finora ha goduto».

Oltre a Parodi,risultano indagati nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal
sostituto Corrado Fasanelli, anche l’ex consigliere esperto e docente universitario, Maurizio Dallocchio,
l’ex direttore generale Leonardo Zongoli e l’ex responsabile degli investimenti finanziari dell’Enpam,
Roberto Roseti.

Gli uomini del nucleo valutario della Guardia di Finanza oggi hanno effettuato 47
perquisizioni Un altro filone dell’inchiesta riguarda la compravendita di alcuni immobili con un esborso
per le casse dell’ente di circa 590 milioni. L’accertamento riguarda la compravendita del palazzo della
Rinascente, in piazza del Duomo a Milano, acquistato per 472 milioni, il 24 marzo del 2011, tramite il
fondo immobiliare chiuso Ippocrate sottoscritto da Enpam e gestito dalla società di gestione First
Atlantic Real Estate Sgr (oggi Idea Fmit) dalla società Prelios. L’operazione ha fruttato al venditore
(Prelios) una plusvalenza del 30% (circa 108 milioni di euro) rispetto al precedente acquisto effettuato il
28 maggio del 2007.

L’inchiesta principale, invece, era stata avviata nella primavera scorsa e riguardava perdite per circa
500 milioni di euro legate ad investimenti in prodotti derivati. Gli accertamenti sono partiti nello scorso
giugno sulla base di un esposto presentato a maggio da componenti attuali, ed ex, del Cda di Enpam,
nonché da presidenti di Ordini dei Medici di Catania, Ferrara, Bologna e Latina.

Nei mesi scorsi erano
state effettuate delle perquisizione presso la sede dell’ente a Roma e di Mangusta Risk (società di
consulenza finanziaria dell’ente) che hanno portato all’accertamento dell’ingresso nel portafoglio
immobiliare dell’ente di strumenti finanziari di tipo derivato, «ad alto tasso di rischio», per un ammontare
complessivo di quasi 3miliardi di euro, pari a circa un terzo dell’intero patrimonio della Fondazione. Dalle
indagini dei pm romani è emerso che il collocamento all’Enpam dei derivati Š avvenuto ad opera di
advisor e broker che hanno ricevuto, spiegano a piazzale Clodio, «un elevato flusso di commissioni
connotate da remunerazioni che si collocano al di fuori dei consueti valori di mercato e che appaiono
spesso prive di una obiettiva giustificazione». Il sospetto di chi indaga è che ai consiglieri dell’Ente, al
momento di deliberare la sottoscrizione dei derivati, non sia stato adeguatamente prospettato il rischio a
cui andava incontro. L’attenzione degli inquirenti è rivolta anche ad altre due operazioni svolte a Roma.

In particolare un immobile in via del Serafico (zona Eur) acquistato il 31 marzo del 2009 dalla First Atlantic
per 58 milioni di euro e quello di un immobile, sempre in via del Serafico, per 59 milioni di euro effettuato
il 4 febbraio del 2010 e che ha fatto realizzare alla società venditrice, la Coedimo, una plusvalenza del
62,61% (23 milioni di euro), rispetto al precedente acquisto effettuato il 15 dicembre del 2009.