CIRCEO, LEGAMBIENTE: COLPIRE L’ABUSIVISMO EDILIZIO

18/07/2009 di

«Colpire duramente la piaga dell’abusivismo edilizio che affligge il Parco Nazionale del Circeo, avviare finalmente una discussione seria sul futuro sostenibile del Lago di Paola, inaugurare un nuovo patto per la legalità che rimetta al centro il territorio e le persone, per creare meccanismi di sviluppo virtuosi e sostenibile per uno dei luoghi più belli della nostra Regione.


Questo il senso dell’incontro »Legalità, ambiente e sviluppo economico nel Parco nazionale del Circeo«, promosso all’interno dell’iniziativa del »No Ecomafia Tour«, il viaggio itin erante tra le province del Lazio organizzato da Legambiente Lazio e Assessorato Regionale Affari Istituzionali, Enti Locali e Sicurezza e svolto a Sabaudia nell’ambito della prima edizione di FestAmbiente – EcoEtnica 2009, organizzata dal Circolo Larus Legambiente, in collaborazione con il Parco Nazionale del Circeo e la Regione Lazio». Lo comunica, in una nota, Legambiente Lazio.

«Serve più attenzione per la magnifica area del Parco Nazionale del Circeo l’abusivismo va debellato con azioni coraggiose facendo muovere le ruspe, così come vanno respinti i progetti di cementificazione più o meno espliciti, è il momento di costruire davvero un futuro in cui tutela e sviluppo vadano avanti di pari passo – ha dichiarato Lorenzo Parlati, Presidente di Legambiente Lazio – Certo per noi lo sviluppo non passa dagli esagerati piani regolatori dei Comuni, che vogliono costruire anche su oltre 1.400 ettari del parco, come dimostrano le osservazioni presentate dalle amministrazioni al piano territoriale paesistico regionale. E nemmeno attraverso il raddoppio del porto di San Felice o i numerosi approdi e altri porti proposti, tra gli appetiti della criminalità organizzata. È il momento di affermare con determinazione un nuovo patto per la legalità e per lo sviluppo sostenibile di questi bellissimi territori.»

Secondo recenti dati esistono circa 12.200 pratiche di condono edilizio giacenti negli uffici dei Comuni di Sabaudia e San Felice Circeo, di cui circa 3.500 riguardanti abusi commessi all’interno del Parco, il che equivale ad una pratica di condono per ogni residente del Comune di San Felice Circeo e 4 pratiche per ogni residente del Comune di Sabaudia, per un totale di 1.200.000 metri cubi di cemento illegale versato all’interno dell’area protetta. Ciò significa che nel territorio del Parco nazionale, escludendo la foresta demaniale, le aree lacuali e il territorio di Latina, si ha una media di due abusi ogni ettaro.

Segni evidenti del problema sono l’assenza di controlli efficaci, la manifesta riluttanza al completamento delle procedure di acquisizione degli immobili abusivi e la quasi totale assenza di demolizioni che la legge impone. Anche a questo proposito i dati parlano chiaro. A San Felice, negli ultimi anni, su 300 ordinanze di demolizione ne sono state eseguite solo 20 (ossia il 6.6%), mentre a Sabaudia, nel quinquennio 2000-2005, secondo i dati pubblicati sul Rapporto sullo Stato dell’Ambiente di Agenda21 elaborati sulla base dei dati forniti dall’Ufficio Antiabusivismo del Comune, su 316 ordinanze ne sono state eseguite solo 45 (ossia il 14,24%)«.

»Ènecessario porre un freno deciso ai problemi di illegalità diffusa e favorire progetti di sviluppo ecosostenibili e realizzabili all’interno del Parco, partendo da una riflessione seria e attenta sulle condizioni in cui oggi esso si trova, sui rischi e sulle vertenze in corso – ha dichiarato Marco Omizzolo, presidente del Circolo Legambiente Larus e coordinatore Provinciale di Latina di Legambiente-. Sul Lago di Paola, noi non siamo per la blindatura, al contrario siamo favorevoli alla sua libera fruizione, con modalità certo adeguate e legali e alla realizzazione di progetti ecosostenibili capaci di rilanciare l’occupazione, il territorio, a partire dalle attività storiche lì presenti come la mitilicoltura, nonché ad incentivare il turismo naturalistico, archeologico ma anche modalità di navigazione sostenibile del bacino lacuale. Il Parco deve saper integrare politiche innovative di sviluppo imprenditoriale con la sovraordinata protezione dell’ambiente e del patrimonio archeologico di cui è custode, avendo il coraggio di scartare progetti non sostenibili.«

»Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Ecomafia – prosegue la nota – realizzato da Legambiente in collaborazione con le Forze dell’Ordine, nel Lazio nel corso del 2008, si sono consumati 2.086 illeciti ambientali, pari a circa 6 infrazioni al giorno, numeri che portano la nostra Regione al 5 posto nazionale per numero assoluto di illeciti ambientali. Sul fronte della lotta alle illegalità ambientali, Legambiente Lazio da tre anni gestisce in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli della Regione Lazio, l’Osservatorio Ambiente e Legalità, che tramite il numero verde gratuito 800 911 856 gestisce le segnalazioni di illeciti ambientali provenienti dai cittadini. Negli ultimi mesi, su 224 esposti, 39 hanno riguardato proprio il territorio pontino«.