Paziente trasferita in sei ospedali, odissea prima della morte

01/03/2012 di
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Una paziente grave trasferita in sei ospedali diversi in meno di due mesi. La vicenda è stata denunciata dai figli che hanno presentato un dettagliato esposto alla polizia per fare chiarezza sulle eventuali responsabilità relative alla morte della signora, dopo una estenuante trafila di trasferimenti. La notizia è pubblicata dal Messaggero.

«Mia madre – racconta uno dei figli al Messaggero – viene ricoverata il primo dicembre 2011 per emorragia cerebrale. Nell’immediatezza dell’accaduto, verso le 9, contatto il 118 che telefonicamente chiedeva dove ricoverarla, se a Sabaudia o Terracina. A tale domanda rimasi alquanto stupito, scelsi l’ospedale di Terracina dove arrivò verso le ore 10 al pronto soccorso e vi rimase fino alle 13-13,30 circa prima di essere trasferita presso il reparto di medicina, visto che quello di neurochirurgia non c’è. Successivamente scoprii che per limitare i danni al minimo quando si viene colpiti da emorragia cerebrale bisogna intervenire entro le prime tre ore dall’accaduto per evitare che il sangue continui a propagarsi per tutta la zona colpita e creare danni irreversibili».

Dal giorno dopo i familiari chiedono inutilmente il trasferimento in una struttura ritenuta più idonea per il tipo di patologia. «Avevamo preso contatti con alcuni medici della struttura Neuromed di Pozzilli (Isernia), ma i medici di Terracina suffragati dalla unità di neurologia di Latina, non volevano saperne nulla di contattare Neuromed, in quanto per loro il protocollo da seguire era quello impostato dall’unita medica e non si poteva fare di più di quello che già stavano facendo».

Il 15 dicembre si ipotizza il trasferimento in una struttura di riabilitazione. Il giorno dopo la donna viene trasportata a Selvapiana, a Sabaudia, dove la donna manifesta febbre persistente dovuta, secondo i familiari, al mancato cambio del catetere urinario. «I medici – racconta il figlio – non avevano ben inteso il complicato quadro clinico di nostra madre. Per cui dopo circa 19 giorni, cioè fino al 4 gennaio 2012, continuava ad avere questa febbre».

Quel giorno la paziente viene trasferita presso il pronto soccorso di Latina. Ma qui non ci sono posti liberi e si propone il trasferimento alla clinica San Marco, dove la donna rimane fino al 18 gennaio 2012. La terapia non funziona e la signora viene di nuovo trasferita, questa volta all’Icot.

Il quadro clinico peggiora drasticamente, la paziente perde coscienza e si scopre una polmonite avanzata. I figli, esausti e disperati, decidono di portare la madre a Formia dove, due giorni dopo, la donna muore. Una lunga agonia aggravata da un viavai in sei ospedali diversi.

  1. Denunciate la Polverini non le strutture sanitarie che sono anch’esse vittime dello scempio! I chirurghi e i dottori muoiono o la loro salute è gravemente compromessa grazie ai doppi, tripli turni che sono costretti a fare per carenza di personale che la ASL non può assumere causa no money!

  2. Le posso garantire, visto che sono parte in causa, che sin dal primo giorno di ricovero, noi familiari abbiamo chiesto il trasferimento anche fuori regione a nostre spese, posto letto compreso ma non c’è stato verso: il protocollo, secondo loro, da seguire era quello. Senza contare che pazienti con quel tipo di patologie vanno ricoverati in ambienti protetti cosa che non è mai accaduta! D’altro canto un posto letto per la struttura signifca soldi in rimborsi da parte della ASL. Diciamo che è la sperficialità e l’icompetenza ha ucciso mia madre!

  3. Si può pure denunciare la Polverini (che in realtà è solo adesso a capo di una regione che ha sempre lucrato sulla sanità pubblica con i vari Storace, Marrazzo, Badaloni, ecc.) ma le direzioni sanitarie non sono certo esenti da responsabilità. Per favore smettiamola con questo atteggiamento di “Guelfi contro Ghibellini” che non si arriva da nessuna parte. Strumentalizzare una questione così tragica per asservirla alla lottoa politica è veramente biasimevole.

  4. UN CALOROSO ABBRACCIO AI FIGLI DELLA SIGNORA DECEDUTA. L’AUGURIO E’ CHE LA MAGISTRATURA PUNISCA I COLPEVOLI CON L’INFLIZIONE DI UNA PENA ESEMPLARE; SOPRATTUTTO SE VERRANNO ACCERTATE LE RESPONSABILITA’ A CARICO DEI SANITARI. TROPPO SPESSO VEDO LA SUPERBIA DI CHI SI SENTE ARRIVATO, PERCHE’ HA LO STIPENDIO SICURO….. NEI CONFRONTI DEGLI AMMALATI DA PARTE DEI SANITARI ALCUNE VOLTE NON C’E’ IL GIUSTO CONFORTO….. LI SI TRATTA IN MANIERA BRUTALE, COME SE SI AVESSE A CHE FARE CON DELLE MACCHINE MECCANICHE. E NON DITE CHE QUESTO NON E’ VERO? FATE MENTE LOCALE E ….RICORDATE L’ULTIMA VOLTA CHE AVETE AVUTO A CHE FARE COME AMMALATI O COME FAMILIARI DI UN AMMALATO CON I SANITARI…… A QUESTO PUNTO, UNA VOLTA ACCERTATE LE RESPONSABILITA’, LICENZIAMENTO……… LA SOCIETA’ NON HA BISOGNO DI SIMILI ANIMALI O MEGLIO DI PERSONE INSENSIBILI VERSO IL PROSSIMO…

  5. A Giovanni vorrei ricordare che badaloni ricevette una Regione che vantava ca 4,5Miliardi di deficit sanitario che lo ridusse a ca 2,5 lmld. Dopodiche’ e’ subentrato Attila cioe’ il Rude e famelico STORACE che si e’ superato ed ha devastato la Sanita’ Laziale superandosi e lasciandola con ca 10Miliardi di EURO di debiti capitoooooooooo. Cio nonostante La tanto vituperata e chiacchierata giunta Marrazzo aveva quasi azzerato il Deficit sanitario, e se il Governo gli avesse stornato le tasse che competevano alla sanita’ Laziale,cosa che il governo Berlusconi si e’ guardato bene dal fare, forse sarebbe andata addirittura in pareggio

  6. Caro Catone la polverini gliefa un baffo a tutti gli artri. Comunque non vorrei sbagliare ma mi sembra che la povera donna sia deceduta a causa della superficialita’ dei sanitari come ci indica il proprio figlio. Quindi ricerchiamo la verita’ tenendo conto tale situazione

  7. A Giova’, adesso c’e’ Mmme Finesse da Anzio amica del Rude e Famelico Storace, ora si che siamo a posto, non preoccuparti ci pensa Lei a rimettere la spesa sanitaria a posto……. soprattutto se gli fa da consulente il Compagno di merende Storace, che di spesa sanitaria se ne intende di BRUTTO.

  8. Si Giovanni concordo che oltre alla grave mancanza di risorze finanziarie la Sanita’ sconti ultimamente anche un grosso deficit di Professionalita’ sia nel personale Medico che paramedico. Ci sta’ che siano scoglionati per le pressioni a cui sono sottoposti giornalmente dai carichi di lavoro quotidiani, ma purtroppo la superficialita’ con cui affrontano le istanze di chi sta male e’ disarmante. Non si puo’ scherzare con la vita delle persone.

  9. E’ una vergogna tipicamente italiana! Ma come è possibile che in una provincia di questo paese definito “civile” si debba morire per mano di medici con la licenza di uccidere????? Spero vivamente che giustizia sia fatta e mandare a spalare neve questi sedicenti medici!!!