Santi Cosma e Damiano, ragazzo di 23 anni uccide il rivale a colpi di pistola

19/02/2012 di
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Doveva essere un incontro chiarificatore, invece lo ha ucciso scaricandogli addosso 12 colpi di pistola. Tutto per una donna che la vittima non voleva che l’assassino frequentasse e per la quale l’aveva più volte minacciato.

Così ha raccontato Mirko Pascale, 23 anni, che ha sparato a bruciapelo a Fiore Pandolfo, 31 anni, ieri sera nel piccolo centro di Santi Cosma e Damiano, nel Sud Pontino. L’omicida si è poi costituito ai carabinieri di Formia, commilitoni del padre, un brigadiere in congedo. Ha detto di aver agito per paura di quell’uomo che lo perseguitava e ha consegnato la pistola, che deteneva regolarmente. Pascale, originario di Casal di Principe (Caserta), ma residente a Castelforte, è ora in carcere nel capoluogo, accusato di omicidio volontario. La sua versione dei fatti, a cui non sembra che abbiano assistito testimoni, è al vaglio della procura di Latina.

Il giovane, interrogato per ore nella notte dai carabinieri e dal magistrato, ha raccontato di aver incontrato il rivale nella serata di ieri in via Vellota, a Santi Cosma e Damiano. I due si erano dati appuntamento per chiarire la situazione, ha riferito, visto che Pandolfo – figlio di un uomo considerato legato a un clan camorristico – da settimane lo minacciava perchè non vedesse una donna che il giovane stava frequentando. Non è chiaro se la donna interessasse direttamente a Pandolfo o a suo fratello.

Pascale ha raccontato che quando ha visto l’antagonista avvicinarsi minaccioso ha tirato fuori la pistola 7,65 che aveva con sè e ha sparato, colpendo Pandolfo all’addome. L’assassino ha scaricato tutti e dodici i colpi dell’arma sulla vittima, che è morta quasi subito. Gli inquirenti stanno cercando di chiarire gli aspetti ancora oscuri della vicenda, compresa la ricostruzione del delitto fornita dall’assassino e il movente del contrasto tra i due. La vittima era figlio di un uomo considerato vicino al clan camorristico Mendico e coinvolto in un’inchiesta degli anni ’90 sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel sud pontino.

  1. ma che ci va a fare ad un incontro chiarificatore con la pistola? allora forse è proprio il caso di dire che lo voleva proprio uccidere il rivale in amore, altro che….

  2. come si chiama la ragazza che sta in mezzo a questa lite amorosa??

  3. sono dei cavernicoli, se ha avuto paura ha fatto bene ad andare con un arma vera…non è che si va a discutere con il nipote di un camorrista disarmati…certo è che non lo si dovrebbe proprio affrontare! però in casi estremi…meglio un cattivo processo che un buon funerale…

  4. Resta molto facile giudicare quando giornalisti scrivono: “lui figlio di un carabiniere in pensione e la vittima parente di un pregiudicato”, ma quando si scopre che su Fb l’esecutore inserisce link con totò riina, allora chiamo prima in appello l’educazione ricevuta e l’eccesso mentale di onnipotenza di una società malata. Disdegno e sconvolgimento per il lavoro fatto dai giornalisti che sembra già abbiano dato una sentenza…

  5. X titti: nn so chi ti ha detto il nome della ragazza in questione ma ti posso assicurare ke nn è lei e quindi ti pregherei di rimuovere il tuo commento.. Grazie! Per qnt riguarda la ragazza è piccolina quindi io eviterei di fare nomi…

  6. si guarda, a privare 2 bambini del loro padre…ha fatto proprio bene…