CONTROMANO SULLA PONTINA, L’ACCUSA E’ OMICIDIO VOLONTARIO

16/06/2007 di
di LAURA PESINO *


 Triplice omicidio volontario. Senza sconti. E nonostante un parere contrario del tribunale del Riesame di Roma. La notifica dell’avviso di conclusione indagini, da parte del pubblico ministero Raffaella De Pasquale, è chiara e non ammette riserve e ripensamenti: per Stefano Masci, 29enne di Nettuno, l’accusa resta quella originaria. Resta cioè in piedi l’ipotesi formulata dalla procura sin dal principio: che non ci sia “colpa” in quel tragico incidente del 17 aprile 2006, ma “dolo eventuale”.

 
Perché Masci, secondo la procura, si mise al volante contromano lungo la statale Pontina in stato ebbrezza, a velocità elevata, di notte e dopo aver assunto, come confermarono gli esami tossicologici, sostanze oppiacee. La sua corsa iniziò alle quattro di mattina. Oltre 10 chilometri, dallo svincolo della Nettunense in direzione Latina, percorsi a 120 all’ora lungo una carreggiata che portava a nord.
 
Lo schianto avvenne qualche minuto più tardi, contro una Mercedes condotta da Marco Gattuso, 38enne romano, che riuscì a salvarsi per miracolo. A perdere la vita invece furono altre tre persone, Deborah Borsari e Maurizio Montanari, uccisi sul colpo, e Iolanda Ramos, 29enne, che morì durante il trasporto in ospedale. I quattro tornavano verso la Capitale, dopo aver trascorso una serata di festa, era pasquetta, sul litorale pontino.
 
Anche Stefano Masci, ora assistito dagli avvocati Vincenzo Macari e Domenico Porchetta, fu ricoverato in ospedale per le ferite riportate nel violento impatto. Ed è proprio sul letto di ospedale che, qualche settimana dopo l’incidente, gli venne notificata l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.
 
L’accusa formulata dal pm fu di omicidio plurimo volontario, perché la procura riconobbe, nella dinamica e nell’esito degli esami tossicologici, prove del fatto che Masci agì accettando consapevolmente il rischio che si verificasse un impatto dagli esiti letali. Un’accusa che il pubblico ministero aveva ribadito anche contro la riformulazione del reato (da omicidio volontario in omicidio colposo) da parte del tribunale del Riesame, cui gli avvocati dell’uomo avevano fatto ricorso. La storia più recente è poi quella di un ulteriore ricorso avanzato dalla procura di Latina contro la decisione del Riesame. Ricorso poi respinto dalla Cassazione.
 
E proprio sull’ultima relazione della Corte contano i legali della difesa di Masci, che già valutano la possibilità di fare richiesta al giudice di riti alternativi, quando arriverà l’ufficiale richiesta di rinvio a giudizio e la data dell’udienza preliminare. «Punteremo alla derubricazione del reato è chiaro – commenta l’avvocato Macari – e la riformulazione già operata dal tribunale del Riesame gioca comunque a favore». (* Il Messaggero, 16-06-2007)