FORMIA, SGOMBERATE LE PROPRIETA’ DELLA FAMIGLIA BARDELLINO

04/06/2009 di

È stato eseguito questa mattina lo sgombero di otto appartamenti di Formia di proprietà della famiglia Bardellino. Gli appartamenti, in particolare, erano nella disponibilità di Ernesto Bardellino, fratello del boss Antonio Bardellino, e secondo gli investigatori appartenente al clan dei Casalesi e da anni residente nella cittadina del Sud pontino. Le case erano state oggetto di un provvedimento di confisca divenuto esecutivo circa un anno fa.


L’ordinanza. La settimana scorsa il prefetto di Latina aveva emesso un’ordinanza di sgombero degli immobili, che oggi, con l’intervento degli agenti del commissariato di polizia di Formia, diretto dal vicequestore Cristiano Tatarelli, sono stati definitivamente sgomberati e sono a disposizione dello Stato. Quattro degli appartamenti erano occupati dai Bardellino.

La confisca. Lo scorso anno la Cassazione aveva dato il via libera per l’acquisizione del patrimonio formato da alcuni immobili, scooter e autovetture, allo Stato. Una richiesta in tal senso era stata formulata dal pubblico ministero Raffaella De Pasquale, estesa ad altri componenti ritenuti vicini ai due Bardellino ma i successivi giudizi li avevano fatti uscire dal procedimento intentato contro i due. Grazie alle nuove norme di prevenzione, coloro la cui attività si presume provento di illecito vengono colpiti nei loro beni, di fatto dando il via a delle misure che ne colpiscono profondamente il potere.

Agenzia per i beni confiscati. “Si conclude così un lungo iter che ha portato alla confisca dei beni riconducibili alla famiglia Bardellino nel comune pontino dove Ernesto risultava residente da oltre 20 anni”». Così in una nota Luisa Laurelli, presidente della commissione Sicurezza e lotta alle mafie della Regione Lazio. «Una buona notizia – continua Laurelli – che ci spinge a continuare la nostra battaglia contro la criminalità organizzata nel sud pontino. Spero che il consiglio regionale approvi al più presto la proposta di legge per favorire l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, la quale prevede, oltre alla nascita di un’Agenzia regionale per i beni confiscati, anche l’istituzione di un fondo per facilitare l’accesso al credito dei destinatari dei beni. Quei beni che, tornati ai cittadini e destinati ad uso pubblico, rappresentano la vera vittoria della legalità contro i clan mafiosi».

Confcommercio parte civile. Sono state accolte con grande apprezzamento le parole di Vincenzo Zottola, presidente di Confcommercio Latina, che ha annunciato la volontà della sua associazione di costituirsi parte civile al fianco degli imprenditori pontini vittime di usura ed estorsione. «Il presidente Zottola – ha sottolineato Giulio Vasaturo dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio – ha lanciato un segnale di estrema importanza che spero venga prontamente recepito anche da altre organizzazioni imprenditoriali e dai vertici degli enti locali rappresentativi della provincia di Latina. Tutte le istituzioni devono essere unite nella lotta alla criminalità e devono saper esprimere la propria capacità di fare quadrato contro ogni pressione malavitosa, anche attraverso la scelta eloquente di costituirsi parte civile contro i criminali che offendono questo territorio. Spero che l’esempio di Confcommercio non passi inosservato». «La Regione Lazio – ha ricordato l’avvocato Vasaturo – è già costituita in giudizio contro gli affiliati al clan Mendico, imputati per associazione mafiosa nel processo che si tiene dinanzi la Corte di Assise di Latina, e contro gli esponenti della ‘ndrina Gallace-Novella attiva nella zona di Nettuno». Profonda soddisfazione è stata espressa da Giulio Vasaturo anche per la definitiva acquisizione al demanio pubblico di un bene immobile di ingente valore confiscato ieri al clan Bardellino di Formia. «Sono già molti i beni che lo Stato è riuscito a sottrarre, anche in provincia di Latina, alle cosche della camorra e della ‘ndrangheta. Di ciò non possiamo che rallegrarci dato che è proprio attraverso l’aggressione ai patrimoni mafiosi che viene sferrato l’attacco più incisivo nella lotta alla criminalità organizzata».