Nave Costa, due inchieste: arrestato il comandante

15/01/2012 di

La svolta arriva a fine pomeriggio di ieri: il comandante della nave Costa Concordia, Francesco Schettino, 52 anni, campano, viene fermato e portato in carcere. Tra le accuse contestate, oltre a naufragio e omicidio colposo plurimo, anche l’abbandono della nave naufragata a 50 metri dall’isola del Giglio, mentre c’erano ancora molti passeggeri da trarre in salvo. Secondo quanto risulta agli inquirenti, avrebbe lasciato la nave attorno a mezzanotte a mezza.

È il procuratore capo di Grosseto, Francesco Verusio, che ha passato il pomeriggio nella caserma dei carabinieri di Orbetello a interrogare quanti tra i membri dell’equipaggio potevano aiutare a ricostruire l’accaduto, a confermare il fermo di Schettino e a spiegare che è indagato, per gli stessi reati, anche il primo ufficiale in plancia. Quanto alla dinamica dell’incidente, secondo il magistrato, il comandante «si è avvicinato molto maldestramente al Giglio, la nave ha preso uno scoglio che si è incastrato sul fianco sinistro, facendola inclinare ed imbarcare tantissima acqua nel giro di due, tre minuti». Ai comandi «c’era Schettino», ed è stato lui «ad ordinare la rotta: questo è quanto ci risulta. È stata una manovra voluta». Al vaglio degli inquirenti anche il fatto che il passaggio molto vicino all’isola del Giglio sia stato deciso per far «salutare» ai croceristi i paesi dell’isola illuminati nel buio. Un’ipotesi questa fatta anche dal sindaco del Giglio Sergio Ortelli: la rotta delle navi che da Civitavecchia «risalgono» verso la Liguria, come la Costa Concordia, è a circa 2-3 miglia dall’isola. Accade anche che «molte navi passano dal Giglio a salutare con un fischio di sirena gli abitanti. Ma questa volta è andata male». Sempre secondo quanto spiegato, l’impatto sullo scoglio è avvenuto alle 21.45 di ieri «ma – aggiunge il procuratore – non è stata avvertita subito la capitaneria».

«Il mio assistito – commenta l’avvocato di Schettino, Bruno Leporatti – comprende le ragioni del fermo ma come suo difensore vorrei dire che diverse centinaia di persone devono la vita alla perizia che il comandante della Costa Concordia ha manifestato nell’emergenza». Leporatti era con il suo assistito quando è stato notificato il provvedimento di fermo al comandante, che non è stato sentito dai magistrati. Intanto la nave è stata posta sotto sequestro dalla magistratura così come la ‘scatola nerà, ovvero la registrazione di quanto avvenuto in plancia durante la navigazione. Acquisiti anche i tracciati della rotta. E proprio la rotta seguita dalla nave e su quale scoglio sia andata a sbattere sono tra le questioni al centro degli accertamenti. Prima di essere fermato il comandante Schettino, al Tgcom24, aveva riferito: «Mentre navigavamo ad andatura turistica abbiamo impattato uno sperone di roccia che non era segnalato. Secondo la carta nautica, doveva esserci acqua a sufficienza sotto di noi».

Attorno al Giglio ci sono delle isolette, come ‘Le scolè, che si trovano a 500 metri dal Giglio e sulle quali si è ipotizzato possa essere finita la nave, tutte però, secondo un’abitante dell’isola, «ben segnalate sulle mappe. Chi va per mare questo lo sa». Quanto alla rotta nel corso della giornata si era parlato di «rotta sbagliata: la nave non doveva trovarsi nel punto dove ha impattato lo scoglio», da chiarire il perchè, e successivamente di impatto avvenuto a qualche miglia dal Giglio dove poi la nave si è diretta, dopo aver cambiato rotta. Sulla vicinanza della nave all’isola il dg della compagnia marittima Gianni Onorato, che ha assicurato massima collaborazione con le autorità, ha specificato: «Non è corretto dire che la nave era fuori rotta. È stato un evento imprevedibile aggravato da una non prevedibile inclinazione della nave». Quella penale non è l’unica indagine aperta sulla tragedia: è stata avviata anche un’inchiesta amministrativa, da parte del ministero dei trasporti.

ANGOSCIA PER I DISPERSI. Tragedia nella tragedia, nel naufragio della Costa Concordia: per tutta la giornata è andata via via aumentando l’angoscia per la sorte dei dispersi che mancano all’appello delle 4.232 persone presenti sulla nave ieri sera. Ma, conti alla mano, si tratta di un numero che oscilla intorno alle 40 persone: che non vengono considerate disperse in mare, ma che potrebbero essere tra i sopravvissuti non conteggiati oppure, purtroppo, rimasti intrappolati nella parte sommersa dello scafo. A 24 ore dall’incidente, infatti, ancora nulla di definitivo si sa per quanto riguarda il numero di chi non risulta dagli elenchi dei sopravvissuti soccorsi e fatti rientrare alle proprie abitazioni o ospitati negli alberghi. Il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi in serata ha parlato di 41 persone da rintracciare: «Delle 4.232 persone che, secondo gli elenchi forniti, erano a bordo della nave al momento ne sono stati rintracciati 4.191. La verifica fra gli elenchi va avanti: è un lavoro lungo che ritengo si protrarr… fino a stanotte». E il sindaco dell’Isola del Giglio, Sergio Ortelli, spera che il bilancio delle vittime non salga ulteriormente: «Prima di 24 ore non si potr… dire nulla di sicuro. Io continuo a sperare. Per ora non si pu• dire nulla. Il conto non torna e la compagnia sta riconteggiando – ha spiega Ortelli -. È possibile che qualcuno, addirittura un gruppo consistente di persone, sia stato soccorso in mare e trasportato direttamente sulla costa. Nella parte squarciata della nave l’acqua non era alta, e la Costa si Š inclinata lentamente, quindi c’‚ stato tempo per scappare». Di certo c’è che in mare non si sono trovati altri corpi che quelli delle tre vittime, anche perchè la zona dove la nave si è «spiaggiata» è stata ispezionata da sub, elicotteri e imbarcazioni. Diverso il discorso per l’interno della nave: il personale speleo-alpino-fluviale dei vigili del fuoco ha ispezionato i ponti che sono fuori dall’acqua, che sono però in verticale, viso che la nave è capovolta a quasi 90 gradi. Non è stato, invece, ancora possibile entrare nella parte sommersa per motivi di sicurezza. Pertanto tutta quella zona che è stata riempita d’acqua dovrà essere controllata, presumibilmente dopo che saranno state aspirate le oltre duemila tonnellate di gasolio che sono presenti nei serbatoi della Concordia. Le difficoltà di contare tutti i naufraghi sono state dimostrate dalla storia di quattro turisti americani: dati inizialmente per dispersi erano in realt… ancora all’isola del Giglio e sono partiti senza problemi con il traghetto per Porto Santo Stefano. Le operazioni dei sommozzatori, che oggi hanno dato esigo «negativo», sono riprese oggi.