Spari sull’Appia, chiesta la conferma delle condanne
È stata chiesta quasi per tutti la conferma delle sentenze di primo grado nel corso del processo d’appello che si è discusso ieri a Roma per i quattro presunti responsabili dell’agguato sulla via Appia. Quel 28 marzo del 2008 a colpi di kalashnikov Pasquale Noviello, Vincenzo Buono, Agostino Ravese e Francesco Gara, secondo l’accusa avrebbero voluto eliminare il ristoratore di Cisterna Francesco Cascone, sfuggito ai proiettili che invece colpirono uno dei suoi dipendenti e il proprietario di un vicino podere.
Ieri il procuratore generale ha proseguito la sua requisitoria, iniziata nella scorsa udienza, chiedendo variazioni solo per Buono e Gara. Per il primo l’accusa ha valutato la sua volontà di collaborare dal momento dell’arresto e la giovane età, prospettando una condanna a nove anni, due in meno del primo grado. Quattro mesi la riduzione per Gara, per il quale è stata chiesta l’assoluzione relativa all’accusa di incendio. Nessuno sconto invece per Noviello, condannato a diciotto anni dal Tribunale di Latina, a fronte dei venti che aveva voluto il pubblico ministero della Dda di Roma Maria Monteleone, né per Agostino Ravese, a 14 anni.
Richiesti, come aveva indicato la sentenza, un anno e otto mesi per Francesco Cascone, vittima degli spari, imputato nello stesso processo: il ristoratore, infatti, era stato accusato inizialmente del tentato omicidio di un camionista, reato poi derubricato in minaccia aggravata e detenzione di arma da fuoco.