Ponza, chiusa la centrale elettrica

Ordinanza di chiusura per la centrale elettrica di Ponza. Il provvedimento è stato firmato dal commissario Prefettizio Agata Iadicicco e impone alla Società Elettrica Ponzese di interrompere dal primo gennaio 2012 la produzone di energia elettrica nell’impianto di Giancos e di assicurare la fornitura all’isola attraverso il gruppo di emergenza installato a Le Forna.
L’ordinanza è stata presa dopo che la Provincia di Latina, alla quale sono passate le competenze in materia ambientale, aveva revocato l’autorizzazione alla sostituzione di un motore dei gruppi in funzione nella vecchia struttura che insiste all’interno della montagna di Giancos in pieno centro abitato di Ponza.
Il provvedimento di revoca della Provincia raccoglie in undici pagine un po’ tutta la storia della centrale citando uno dopo l’altro, sentenze della magistratura, interventi della Asl e di altri enti preposti alla salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica, fino ad oggi praticamente ignorati. Da questi risulta innanzitutto che non esiste una centrale a emissioni e a impatto zero e, in particolare: che «nonostante l’applicazione di tecnologie antivibranti alle apparecchiature non si può escludere nel tempo un progressivo decadimento delle caratteristiche geomeccaniche dell’ammasso roccioso», «che la centrale (dichiarata industria insalubre di I° classe) rappresenta sicuramente una causa di insalubrità per la popolazione esposta», che «le problematiche determinate dalla presenza della centrale termoelettrica di Ponza nell’attuale sito sono praticamente irrisolvibili».
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