Barche non omologate prodotte e vendute a Latina

17/12/2011 di
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False etichette di conformità CE sulle imbarcazioni prodotte dalla società Italiana Trawler con sede e cantiere a Latina, esposte anche alla Fiera Nautica di Roma e pubblicizzate su Internet in siti di vendita. Fra esse anche un ospedale galleggiante con tanto di sala operatoria, gommoni e moto d’acqua.

Sono questi i motivi che hanno portato al sequestro di 36 imbarcazioni per un valore di circa 3 milioni di euro in seguito alle indagini coordinate dal sostituto procuratore a Latina Cristina Pigozzo e condotte dall’Ufficio circondariale marittimo di Anzio, diretto dal tenente di vascello Antonio Cilento, dal Nucleo speciale di intervento del Comando generale della Capitanerie di porto e dalla Capitaneria di porto di Roma, diretta dal capitano di vascello Pietro Preziosi.

Denunciati per truffa aggravata in concorso, contraffazione della marchiatura Ce e delle omologazioni degli enti tecnici di certificazione, frode nell’esercizio del commercio e violazione della normativa sulla sicurezza della navigazione il titolare del cantiere e il suo «socio di fatto», funzionario del Comune di Roma.

«L’indagine – ha spiegato la dottoressa Pigozzo è scaturita dalla denuncia di un cliente che aveva fatto periziare un’ imbarcazione, un house boat da circa 90.000 euro, accorgendosi che la linea di galleggiamento ne rendeva impraticabile l’uso, dato che voleva realizzarvi un ristorante galleggiante».

Le indagini della Capitaneria hanno permesso poi di verificare la truffa. «Le etichette di conformità – ha detto Cilento – erano abilmente contraffatte e le imbarcazioni quindi non erano omologate in base alle norme di sicurezza. Malgrado ciò varie di esse erano state vendute a diversi acquirenti».

«Oltre che nel cantiere – ha aggiunto Preziosi – sono state sequestrate a Sorrento, Agopoli, Cerveteri, Latina, barche già acquistate. Anche moto d’acqua che la ditta vendeva senza motore, in modo di non doverle omologare per la patente obbligatoria e che poi l’acquirente faceva funzionare con fuoribordo». In corso ulteriori indagini, anche sulla mancata registrazione al registro navale.