Sequestrato il patrimonio di Baldascini

Blitz nella villa di Matteo Baldascini, a borgo Carso, dove gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura si sono presentati ieri mattina per notificare un decreto di sequestro preventivo. Secondo la polizia i beni del 53enne originario di Casal di Principe, per un valore di circa un milione di euro, potrebbero essere frutto di attività illegali. Si tratta di una misura preventiva, che verrà discussa dai giudici nei prossimi mesi in tribunale dove si potrà decidere o meno per una confisca definitiva.
Il provvedimento riguarda un manufatto in costruzione, e la villa di borgo Carso dove vive da anni. A questi vanno ad aggiungersi numerosi veicoli, tra i quali due motocicli, due autovetture e un autocarro. Proprietà che risulterebbero sproporzionate rispetto ai redditi dichiarati. Il profilo di Baldascini viene analizzato nel dettaglio, al di là dei precedenti che vengono elencati, l’Anticrimine lo descrive come «uno dei soggetti con maggiore personalità delinquenziale della provincia di Latina, con uno spessore criminale così prorompente da conquistarsi rispetto e riverenza da parte delle persone gravitanti negli ambienti della criminalità comune e organizzata».
Sottoposto dal 1996 al 2001 alla misura della sorveglianza speciale Baldascini è considerato dalle forze dell’ordine il referente pontino del clan del Casalesi. Più volte finito nei guai in passato per reati che vanno dalle rapine, allo spaccio di droga ed estorsione, nel 2004 era stato arrestato dai carabinieri di Caserta per associazione a delinquere di stampo camorristico. L’ultimo arresto nel mese di settembre quando i carabinieri fecero irruzione nel suo terreno rinvenendo piante di marijuana.
La confisca definitiva dei beni è arrivata invece per Enzo Antonelli, 48 anni di Fondi. Nei giorni scorsi il tribunale di Latina, oltre ad emettere nei suoi confronti un decreto di applicazione della sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno per tre anni, ha anche reso effettivi i sigilli disposti a beni di proprietà per un valore di circa 600mila euro.
Tutti Galantuomini di spessore, e ce li mandano qui? per sottoporli a regime di sorveglianza speciale? Ma lasciateli a casa loro, che si cuociano nel loro brodo. Il confino ha solo fatto in modo che la delinquenza si sia con piu’ facilita’ allargata a macchia d’olio andando a contaminare anche altre aree geografiche, prive degli opportuni anticorpi al fenomeno.
Nussuno condanna nessuno parla è proprio così che si fa strada alla mala…grande avatar