FORMIA, REPERTI ARCHEOLOGICI SUL LUNGOMARE DI VINDICIO

13/03/2009 di

di SANDRO GIONTI *

Vengono alla luce antichi e e preziosi reperti di epoca imperiale durante i lavori di scavo per le fognature sul lungomare formiano di Vindicio. Nel realizzare un pozzo, gli operai dell’impresa Giuseppe Carcone, incaricata da Acqualatina di costruire il collettore fognario nel tratto litoraneo in prossimità del torrente Pontone, hanno portato allo scoperto un muro di contenimento in opus reticulatum, una bellissima esedra, e, proseguendo gli scavi, un vero e proprio sito archeologico. Una struttura ad emiciclo, probabile residenza aristocratica, datata tra l’età repubblicana e quella imperiale, a cavallo tra il 1° e il 2° secolo dopo Cristo.


Ma si pensa anche alle fondamenta di una peschiera contornata da magazzini presumibilmente utilizzati dai pescatori dell’epoca. Nel cantiere sono stati ritrovati anche altri reperti e cocci di anfore. Immediato l’intervento della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio, che, attraverso la dottoressa Nicoletta Cassieri, direttrice dei Musei archeologici nazionali di Formia e Sperlonga, ha sospeso i lavori in quel tratto sottostante la strada litoranea, a pochi metri dal mare, per una verifica attenta e un’adeguata salvaguardia dei reperti.

 

Sul posto, a seguire l’andamento degli scavi, c’è anche una collaboratrice della dottoressa Cassieri, l’archeologa di Latina Carlotta Bassoli. I lavori, dopo un nuovo sopralluogo della Cassieri, potranno essere ripresi e proseguiti con tecniche idonee che puntino alla salvaguardia dei reperti venuti in questi giorni alla luce, per collegarsi successivamente all’area attigua al torrente Pontone, dove un’altra ditta sta eseguendo lavori per il collettore fognario, e portare quindi a termine l’opera di potenziamento degli impianti nella parte occidentale della città. «E’ probabile che, durante la prosecuzione dei lavori, vengano alla luce nuovi e interessanti reperti – spiegano i funzionari della Soprintendenza – Formia, d’altronde, è ricca di importanti testimonianze archeologiche, molte delle quali già emerse negli anni e tante altre ancora sepolte nel sottosuolo». (* Il Messaggero 13-03-2009)