NUCLEARE, ZARATTI: LAZIO NON DISPONIBILE PER NUOVE CENTRALI
«Il Lazio non è disponibile all’individuazione sul proprio territorio di alcun sito atomico per future centrali nucleari. Continueremo ad investire sulla crescita delle rinnovabili e sull’efficienza energetica, la strada maestra per ridurre le emissioni serra e per sostenere le piccole e medie imprese». È quanto dichiara, in una nota, l’assessore all’Ambiente Filiberto Zaratti «L’accordo siglato dal governo Berlusconi – aggiunge Zaratti – è un regalo alla Francia, in un momento di grave crisi economica per le nostre imprese, che produrrà solo un’ulteriore aggravio per le bollette dei cittadini. Invece di rafforzare il sistema di incentivi per promuovere le energie rinnovabili e i piani di efficienza energetica, che rappresentano la nuova frontiera per un green deal dell’economia, così come sta facendo Obama negli Stati Uniti, si vuole tornare ad investire sul nucleare, con ingenti risorse a favore del costruttore francese».
«Riguardo poi all’individuazione dei siti atomici – prosegue l’Assessore all’Ambiente – in vent’anni non si è riusciti ad individuare il sito nazionale di stoccaggio delle scorie delle ex centrali nucleari e permangono ancora pesanti ritardi nel programma decommissioning da parte della Sogin. Ancora oggi non si è in grado di avere l’esatta misura della quantità di queste scorie presenti nel Lazio e le aree dove collocarle». «Infine – conclude Zaratti – suona davvero paradossale che proprio coloro cui piace disquisire di sovranità popolare, ignorino che la stragrande maggioranza degli italiani, con un referendum popolare ha votato l’abbandono da parte del nostro paese del nucleare. Coerenza vorrebbe che un cambio di direzione fosse sottoposta al giudizio dei cittadini».
TORRICELLI (MPS): SCELTA DANNOSA E RISCHIOSA. «Venti anni fa gli italiani dissero no al nucleare. Oggi il Governo Berlusconi, con un atto d’imperio, riporta indietro le lancette e propone in modo scellerato e anacronistico il ritorno a una delle forme più rischiose e dannose di produzione energetica. Senza preoccuparsi minimamente dei territori e della salute dei cittadini». È quanto dichiara in una nota Giancarlo Torricelli per il Movimento per la Sinistra del Lazio. «Una scelta che potrebbe avere delle conseguenze pesantissime per il Lazio – prosegue – visto che tra i siti che sarebbero stati individuati, ben due si trovano nella nostra regione: Latina e Montalto di Castro. Un’ipotesi contro la quale ribadiamo il nostro totale dissenso e la nostra profonda preoccupazione. Per questo ci adopereremo per sostenere i territori e le comunità che vorranno manifestare la propria contrarietà. Nel momento storico in cui Obama e gli Stati Uniti lanciano un grande piano di investimenti per le energie rinnovabili, Berlusconi ritorna al nucleare – conclude Torricelli – Un tecnologia che nell’anno in cui è prevista la realizzazione delle centrali, ossia il 2020, sarà già obsoleta. È l’ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza di questo Governo di fronte alle sfide più importanti che ci attendono».
ENEL, LA MAPPA DEGLI INSEDIAMENTI IN EUROPA. Con una capacità produttiva di 5.680 megawatt e un totale di 4 mila dipendenti impiegati nel nucleare, Enel, che ha appena completato il consolidamento in Endesa diventando il secondo operatore energetico d’Europa (dopo l’azienda pubblica francese Edf), è da oggi anche l’unico gruppo al mondo presente nelle 4 tecnologie del nucleare. Enel è impegnata in cinque Paesi (Spagna, Slovacchia, Francia, Romania e Russia) con un totale di capacità produttiva di 5.680 megawatt: un’ ulteriore capacità produttiva per 1.080 megawatt si va ad aggiungere in questi Paesi per nuovi reattori in costruzione. La capacità installata dei propri impianti di produzione, inoltre, permetterà all’azienda guidata da Fulvio Conti di produrre il 41,8% di energia a «emissioni zero» (senza CO2). Ecco di seguito la mappa della presenza di Enel nel mondo con le 4 tecnologie del nucleare: – SPAGNA: tramite Endesa con la tecnologia americana Westinghouse (capacità installata 3.640 megawatt – produzione annua 26 terawattora) – SLOVACCHIA: tramite Slovenske Elektrarne con il VVER di origine russa (capacità installata 1.840 megawatt – produzione annua 12,2 terawattora) – FRANCIA: tramite EDF con il sistema EPR di 3a generazione (capacità 1.600 megawatt di cui 200Mw Enel che ha il 12,5%) – ROMANIA: dove sono in costruzione 2 reattori con la tecnologia canadese Candu. – RUSSIA: Enel è impegnata anche in Russia, dove ha siglato un accordo con Rosatom per lo sviluppo congiunto di nuove centrali.
UN’ILLUSIONE, DICONO GLI AMBIENTALISTI/PRESIDENTE INFN GIUDICA INVECE L’ACCORDO “UNA SCELTA SALUTARE”. Il patto stretto oggi tra Italia e Francia sul nucleare, annunciato in una conferenza stampa comune da Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy, è stato accolto con unanime contrarietà dalle associazioni ambientaliste e da una larga fetta del mondo politico. Favorevole invece il presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), Roberto Petronzio, che lo giudica «una scelta salutare per l’autonomia energetica italiana». A 22 anni dal referendum che disse ‘nò al nucleare, l’Italia si allinea sulle posizioni del presidente francese il quale vuole che il nucleare «diventi una questione europea». Così, Enel e Edf si sono impegnate – «quando sarà completato l’iter legislativo e tecnico in corso per il ritorno del nucleare in Italia» – a sviluppare e far entrare in esercizio almeno 4 centrali di terza generazione, la prima operativa per il 2020. «Un accordo pericoloso e miope – è il giudizio di Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente – perchè tutti gli studi internazionali mostrano che il nucleare è la fonte energetica più costosa e perchè rimane aperta la questione delle scorie e della sicurezza». Sulla stessa linea i Verdi la cui portavoce nazionale, Grazia Francescato spiega: «Non è vero che il nucleare eviterà i rischi per la sicurezza energetica del nostro Paese perchè l’uranio, secondo le stime delle organizzazioni internazionali, durerà solo per pochi decenni e il suo costo è cresciuto a dismisura: nel 2000 un chilogrammo di uranio costava 7 dollari mentre oggi ne costa 120». Paolo Cento aggiunge che i Verdi sono pronti a un nuovo referendum sul nucleare. Per gli Ecodem «il governo firma un accordo sul nucleare che conviene solo ai francesi e sta perdendo tempo e occasioni per rilanciare il settore delle energie rinnovabili e del risparmio energetico, campi su cui invece investono tutti gli altri Paesi europei e gli Usa di Barack Obama». «Il governo continua a parlare di nucleare – dice Greenpeace – mentre ha appena firmato accordi europei vincolanti per giungere a una quota del 35 per cento di energia elettrica da fonti rinnovabili al 2020. Il nucleare sottrarrà risorse allo sviluppo delle rinnovabili». Il Wwf denuncia che «la ricerca per l’energia nucleare ha già bruciato il 90% delle spese destinate a quella su fonti energetiche alternative ai combustibili fossili».
Il senatore Roberto Della Seta, capogruppo del Pd nella commissione Ambiente, fa notare «che il presidente del Consiglio Berlusconi ha un’idea molto personale della democrazia se firma accordi sul nucleare con la Francia quando ancora il Parlamento deve discutere il disegno di legge dell’esecutivo che darebbe il via libera all’operazione». Una «scelta salutare per l’autonomia energetica» italiana, è invece il commento di Roberto Petronzio, presidente Infn: «Il nucleare è una scelta appropriata per dare una risposta opportuna alla richiesta di alta potenza. Non riescono a dare le stesse garanzie nè il carbone, a causa del forte impatto ambientale, nè il petrolio, che oltre ai problemi ambientali pone quello della limitata disponibilità delle fonti». «Quello tra Italia e Francia è un accordo storico che indica la strada maestra per uscire dalla dipendenza energetica», dice Margherita Boniver, deputato del Pdl. «Bene Berlusconi, prosegua sulla strada della realizzazione di centrali nucleari nel nostro paese. La Lega Nord da sempre è favorevole», incita il deputato leghista Massimo Polledri. Prontamente, l’emittente EcoTv ha lanciato una petizione on-line perchè una delle quattro centrali nucleari previste in Italia venga costruita ad Arcore.