UCRAINO UCCISO E SEPOLTO, CONDANNE CONFERMATE IN APPELLO

17/02/2009 di

Al termine di un’accesa discussione, uccisero un ucraino colpendolo con pugni e calci (l’uomo fu anche trovato con un palo di ferro conficcato nel petto) e successivamente nascosero occultandone il cadavere. Oggi, Oleksander Lashchenko e Vadim Sokolenko, ucraini, rispettivamente di 39 e 43 anni, si sono visti confermare in appello la condanna inflitta nel febbraio dello scorso anno dal gup di Latina Nicola Iansiti per omicidio volontario e occultamento di cadavere al termine del rito abbrevitao.


La prima Corte d’Assise d’appello di Roma, presieduta da Antonio Cappiello, ha condannato Lashchenko a 16 anni di reclusione e Sokolenko a 14 anni e mezzo, accogliendo la richiesta del pg Salvatore Cantaro. I due erano accusati di essere responsabili della morte di Anatoly Voronov, trovato senza vita il 25 marzo 2007, sotterrato nella riva del canale Acque Medie a Latina. La morte, secondo quanto fu verificato dagli investigatori, risaliva a un paio di settimane prima. Al tempo, fu ricondotta a una vendetta tra immigrati, successiva a una lite che la vittima avrebbe avuto con un extracomunitari di origine russa, amico di quelli che furono identificati e arrestati come autori dell’omicidio. Un chiarimento non andato a buon fine; anzi, degenerato fino all’omicidio e al successivo occultamento del cadavere. Secondo la ricostruzione la notte tra il 9 ed il 10 marzo 2007 gli ucraini picchiarono selvaggiamente Anatoly Voronov per dargli “una lezione” visto che era considerato troppo violento dal gruppo. Ma l’aggressione si trasformò in omicidio, l’uomo fu ucciso anche con un palo di ferro conficcato nel petto.