VILLA A SPERLONGA E BELLA VITA INGANNANDO DONNE FACOLTOSE
Conduceva una vita nel lusso: belle macchine, stupenda casa immersa nel verde a poche decine di metri dalla costa di Sperlonga, spacciandosi per un imprenditore laureato con conoscenza delle lingue inglese e bielorussa. Per pagarsi però ogni agio, T.A. pluripregiudicato 34enne di Caserta, adescava donne facoltose tramite internet, facendo credere loro di avere rendite elevate e di essere in cerca della donna ideale. L’ultima vittima, in questo caso medico, cade nel tranello e per non perdere la stima e l’affetto del bel casertano, comincia ad ostentare un livello di vita superiore alle sue possibilità.
Una volta raggiunto un elevato indice di intesa, culminato con tre giorni di convivenza dei due nella villa di Sperlonga, T.A comprende che è il momento di dare corso al disegno criminoso. Comincia a rappresentare alla dottoressa di dover pagare un’oblazione di 87.000 euro per un precedente processo penale. La vittima, impietosita e preoccupata dell’eventualità di poter perdere il suo amore, inizia a racimolare soldi presso parenti e amici. Tuttavia la somma è elevata, per cui la vittima incontra subito delle difficoltà che successivamente esprime allo stesso pregiudicato. L’atteggiamento di costui muta improvvisamente. Alle minacce di interrompere la relazione fanno seguito intimidazioni sempre più terrorizzanti («conosco esponenti del clan dei casalesi, già ho eseguito un omicidio per loro conto, ti squarcio in due»).
Dopo averle più volte puntato una pistola, il «Barbablù» casertano comincia ad usarle violenza fisica, attraverso pugni, calci. Alla fine la sbatte al muro più volte finché la donna viene ricoverata in ospedale per trauma cranico. In questo periodo di incessanti violenze, ridotta ormai la vittima in totale soggezione, T.A riesce a far aprire alla vittima plurimi conti correnti su più banche di questo circondario, nonché postepay e acquisto di telefoni cellulari, nonché contratti di acquisto di autovetture. Disperata, la donna trova la forza di confidarsi con un’amica che, a sua volta, si rivolge agli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Genzano, diretto da Maria Sironi, che, dopo aver raccolto la denuncia ed effettuati tutti i riscontri probatori (anche le foto delle ferite inflitte), hanno informato la procura di Latina, la quale sulla scorta degli elementi forniti ha richiesto ed ottenuto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. La vittima, liberatasi dal suo aguzzino, ha ora la possibilità di riassestarsi economicamente e psicologicamente.