Sogin, servono 4,8 miliardi per dire addio al nucleare

12/10/2011 di
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Per terminare le attività di decommissioning e arrivare al prato verde dei siti nucleari italiani occorrono 4,8 miliardi di euro, comprensivi dei costi di trasferimento dei rifiuti al futuro Deposito Nazionale: la bonifica ambientale dei siti si concluderà nel 2025.

Ad annunciarlo è l’ad di Sogin, Giuseppe Nucci, che oggi con il presidente Giancarlo Aragona, ha illustrato il Piano industriale 2011-15 della società.

Dei 4,8 mld di euro per terminare le attività di bonifica sono previsti 1,7 mld per lo smantellamento delle centrali di Latina, Trino, Caorso e Garigliano; 0,9 mld per il riprocessamento del combustibile; 1,4 mld per il mantenimento in sicurezza di centrali e impianti e 0,8 mld per il conferimento a deposito dei manufatti condizionati.

Nei cinque anni del piano industriale Sogin realizzerà attività di decommissioning per 400 milioni di euro. Nel 2015, sottolinea Nucci, «pensiamo di fare più di tre volte quello che abbiamo fatto nel 2010»: le attività, a quella data, sottolinea l’ad, «saranno pari a circa 150 mln di euro». Nel primo semestre del 2011 Sogin ha realizzato attività di decommissioning per 22,1 mln di euro, in crescita del 50% rispetto alla media del periodo 2007-2010.

Nei prossimi quattro anni verranno anticipate le demolizioni delle parti convenzionali degli impianti in decommissioning. Questo programma è stato avviato a Latina nell’agosto scorso con la demolizione, in 40 giorni e appena terminata, del pontile, una struttura in cemento armato lunga 750 metri. Un risultato ottenuto con un cantiere in opera 24 ore su 24, che ha permesso a Sogin di restituire alla cittadinanza l’utilizzo della costa e del tratto di mare antistante la centrale. «È stato un risultato importante dal punto di vista ambientale», spiega l’ad di Sogin.

«Unico tallone d’Achille, per la Sogin, quello relativo all’iter per ottenere le autorizzazioni», rileva Nucci sottolineando che, comunque, recentemente, «è stato realizzato un buon lavoro con l’Ispra, il ministero dello Sviluppo Economico e
l’Autorità per l’Energia che ha permesso di ottenere la Via per la centrale di Latina e la Via per l’impianto Icpf di Itrec (Trisaia)».

Lo smantellamento del pontile della centrale nucleare di Latina, «non contaminato», ha richiesto «24 autorizzazioni prima dell’avvio dei lavori». Infatti Sogin generalmente deve relazionarsi con 16 stakeholder mentre se fosse nel Regno Unito, l’iter ne prevederebbe sono solo cinque.