Dalla Libia a Latina, bloccata la nuova rotta dell’immigrazione clandestina

22/09/2011 di
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È considerato dagli investigatori la mente dell’organizzazione che un anno fa pianificò lo sbarco di circa 300 immigrati dalle coste della Libia fino a Latina, sulla spiaggia di Capoportiere, il 4 ottobre del 2010. La mente dunque di quello che fu il primo episodio, subito stroncato, di una possibile nuova rotta della speranza.

Marco Massarelli, 47 anni, residente a Nettuno, è stato arrestato questa mattina nella sua abitazione, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare per il reato di favoreggiamento e sfruttamento aggravato dell’immigrazione clandestina. Gli uomini della squadra mobile di Latina sono arrivati a lui dopo avere arrestato cinque egiziani anche loro organizzatori dello sbarco. Uno di questi, residente a Nettuno, pianificò lo sbarco contattando un membro di un’organizzazione libica.

Il progetto era quello di creare una nuova rotta dell’ immigrazione clandestina dalle coste della Libia fino al tratto di costa compreso tra Latina e Anzio, in grado di eludere i controlli tra la Sicilia e la Calabria. Gli investigatori sospettano inoltre che Massarelli sia coinvolto in un altro probabile sbarco risalente a due mesi prima. In quel periodo infatti venne ritrovato un peschereccio simile abbandonato nelle acque al largo di Anzio. Il 4 ottobre erano sbarcati a Latina circa 300 immigrati, tunisini, egiziani e algerini, 100 dei quali rintracciati e identificati da polizia e carabinieri. Per il viaggio a bordo del peschereccio avevano pagato dai 2mila ai 3mila dollari.

Poche ore dopo l’episodio erano stati rintracciati e arrestati ad Anzio cinque egiziani, che si erano occupati di trasportare gli immigrati a riva a bordo di un gommone. Ma un ruolo di primo piano all’interno dell’organizzazione viene attribuito proprio al 47enne di Nettuno, già gravato da precedenti penali per reati contro il patrimonio, che avrebbe pianificato lo sbarco fornendo anche furgoni, gommoni e alloggio agli immigrati. Massarelli si occupò soprattutto della parte logistica «a terra» procurando ai clandestini i furgoni per tentare la fuga una volta sbarcati.