Tbc, una mamma di Latina: “Nessuno ci informa sul test di mio figlio”

07/09/2011 di
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«A una settimana dal prelievo ancora non sappiamo se nostro figlio è positivo al test sulla Tbc». Una coppia di genitori di Latina denuncia sul Messaggero la scarsa comunicazione da parte dell’ospedale Gemelli di Roma, sul delicato caso dell’infermiera malata.

«Telefoniamo ogni giorno – spiega la mamma – almeno una ventina di volte, ai quattro numeri che ci hanno dato per avere informazioni. Eppure nessuno ci risponde, i cellulari sono staccati oppure parte la segreteria telefonica. Insomma, ancora non sappiamo se il nostro bambino è positivo o negativo, tutto ciò è allucinante». Il prelievo sul bimbo, nato il 14 luglio, è stato effettuato il 31 agosto. «Quel giorno – racconta la mamma – ci avevano rassicurato dicendo che i risultati sarebbero stati comunicati entro 48 ore, anche in caso di esito negativo. Questo perché volevano giustamente evitare di lasciare i genitori in tensione inutilmente. E invece i giorni passano e noi non siamo stati avvisati da nessuno, tenteremo di andare lì per capirci qualcosa, ma tutto questo è davvero assurdo».

Al momento sono almeno tre i neonati di Latina risultati positivi al test sulla Tbc. Altri, come in questo caso, sono in attesa di risposte. Molti genitori si sono rivolti al Codacons per partecipare alla class-action.

Intanto la Procura di Roma ha disposto una consulenza tecnica per accertare se c’è un nesso tra la malattia dell’infermiera del Gemelli e quella di un piccolo paziente ammalato della stessa patologia e che proprio ieri è stato dimesso dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Ma anche per stabilire se la dirigenza dell’ospedale era a conoscenza dello stato di salute dell’infermiera positiva ai test della Tbc già dal 2004. La volontà degli investigatori è individuare responsabilità ed eventualmente arrivare alle iscrizioni sul registro degli indagati.
Fino ad ora è stato registrato un solo caso di malattia conclamata, ma sono in tutto 122 i bimbi positivi ai test effettuati, tutti nati nel reparto neonatale del nosocomio romano dove l’infermiera lavorava.