ERNESTO BARDELLINO CHIEDE UNA CASA POPOLARE E UN LAVORO

09/12/2008 di

Chiede un alloggio popolare in cui abitare dopo il sequestro e la confisca di tutti i suoi beni e chiede poi un lavoro «per poter sopravvivere in un momento di indigenza».

È la richiesta fatta al comune di Formia da Ernesto Bardellino, boss della camorra residente da tempo nel centro in provincia di Latina, in una lettera affidata all’avvocato Pasquale Cardillo Cupo. Nella missiva Bardellino dice di essere stato «tartassato», «calunniato» e «umiliato» e afferma di essere «fermamente contrario ad ogni tipo di violenza». «Non voglio privilegi – scrive il capofamiglia – ma solo la possibilità di accedere ai finanziamenti che lo Stato riserva alle persone in stato di bisogno. Se altri incensurati come me avranno titoli superiori ai miei mi metterò democraticamente in fila, altrimenti continuerò a reclamare in maniera civile quanto mi spetta da cittadino italiano e formiano». Nella lettera aperta indirizzata al Comune di Formia, Bardellino parla di «valori cristiani» e del suo lavoro edile che con gli anni era diventato la sua professione. Poi annuncia che contro il provvedimento di confisca dei beni ricorrerà alla Corte di giustizia europea.