ZACCHEO SALUTA IL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE BRUNO RAPONI
Insieme al Vescovo mons. Giuseppe Petrocchi, al Prefetto Bruno Frattasi, alle autorità civili e militari, il sindaco Vincenzo Zaccheo questa mattina ha reso omaggio, in aula consiliare, a Bruno Raponi, il presidente uscente del Tribunale di Latina.
“Un tributo – ha spiegato il primo cittadino – al figlio di un uomo, l’indimenticato Guglielmo Raponi, che da bonificatore prima e da imprenditore poi ha contribuito alla crescita e allo sviluppo di questa città, ed anche un modo per evidenziare l’impegno umano e sociale, la vasta cultura giuridica, l’alta coscienza del ruolo e della funzione che il presidente Raponi ha sempre messo in campo nella sua attività, sempre caratterizzata da rigore morale e da elevato senso delle istituzioni”.
Questo uno stralcio dell’intervento del sindaco: “44 anni trascorsi nella Magistratura, sono sintesi di una vita intera. Soprattutto quando sono vissuti in maniera così intensa. Da quel 3 agosto 1964 ad oggi Bruno Raponi li ha percorsi tutti i sentieri interni alla Magistratura. Entrato come Uditore a Roma, poi a Brescia, poi pretore a Fondi, quindi con lo stesso incarico a Latina dal 68 al 72 e infine l’impegno in Tribunale dove dal 2000 ha svolto le funzioni di presidente. Chi ha lavorato con lui ne conosce le doti di grande sensibilità, certamente derivate anche dalla lunga e profonda esperienza nel campo della giustizia e del lavoro. Ho trovato molto pertinente l’affermazione del presidente dell’ordine degli avvocati Malinconico che lo ha definito “Comandante di una nave in mezzo alla tempesta”. Credo sia evidente il riferimento a quella emergenziale crisi della giustizia che è sotto gli occhi di tutti, con carenze di organici e di strutture che si traducono nei fatti in ritardi ed arretrati, mancate risposte, tempi lunghi, fino al punto da configurarsi come un problema sociale, un problema di tutti. Perché il diritto alla giustizia, ad una “giustizia giusta” ed efficiente, è uno dei diritti primari dei cittadini. Insomma, un impegno non facile, un ruolo a volte scomodo fra problemi e carenze alle quali spesso però, come ha sottolineato il procuratore capo Giuseppe Mancini, si è fatto e si fa fronte grazie all’impegno personale di uomini, come il presidente Raponi, che del lavoro hanno fatto missione, con spirito di servizio, senso della comunità. Il giudice Raponi non si è mai tirato indietro, consapevole del suo essere un giudice di trincea in un tribunale ed in un territorio trincea.E’ un’area delicata la nostra, cuscinetto fra nord e sud d’Italia, sempre esposta a rischi di infiltrazioni di varia natura. Una realtà con peculiarità geografiche che fuori da inutili allarmismi, debbono indurci a mantenere sempre alta la guardia. E’ anche questa consapevolezza, peraltro, ad aver spinto l’Amministrazione che mi onoro di guidare a porre i problemi della giustizia e della sicurezza al centro del programma di governo. In questa ottica va visto l’impegno a favore della Cittadella Giudiziaria, progetto ormai in via di concretizzazione, obiettivo ambizioso centrato proprio grazie alla collaborazione con i vertici della magistratura locale, con lei dr. Raponi, con il Procuratore capo Mancini, con l’Ordine degli Avvocati di oggi e di ieri. E qui mi sia consentito un commosso pensiero al compianto avv. Michele Pierro, sostenitore convinto di questa Cittadella Giudiziaria che accoglierà gli uffici del Tribunale, della Procura, del Giudice di Pace e del Tar, il posto di polizia e una stazione dei carabinieri, in un nuovo modello di servizio pubblico essenziale conforme alle esigenze del secondo centro giudiziario del Lazio. Guardo alla cittadella anche come opera propedeutica alla istituzione della sezione staccata della Corte d’Appello, da destinare all’attuale sede del Palazzo di Giustizia, e per la cui realizzazione saranno necessari uno sforzo politico unitario ed una mobilitazione sociale che dovrà vedere insieme istituzioni, partiti, ordini professionali, mondo culturale, produttivo e del lavoro. Sono temi questi con i quali mi sono spesso confrontato anche col Presidente Raponi, constatando sempre la sua disponibilità al confronto, la volontà di costruire percorsi condivisi, di giungere a soluzioni partecipate. Chiudo associandomi ad un suo rammarico, presidente Raponi, ma assicurandoLe anche la mia convinta determinazione a non abbandonare la battaglia per la Scuola Superiore della Magistratura, che Latina si è vista “scippare” per logiche politiche, nonostante un decreto ad hoc firmato dai ministri Tremonti e Castelli. Andremo avanti a testa alta, Presidente, convinti di dover rivendicare nulla di più che un nostro diritto acquisito. Concludo riconfermandole tutta la nostra stima, la gratitudine, la riconoscenza mia personale e dell’intera comunità che sono certo di interpretare. Comprendo la Sua legittima volontà di godersi il giusto riposo nella sua Suso, ma credo che Latina avrà ancora a lungo bisogno della sua competenza, della sua professionalità, dell’amore e della passione che Lei ha sempre messo nella sua azione a sostegno della crescita sociale, civile e culturale di questa terra”.