Polverini-Pdl, nervi tesi e coalizione a rischio

Bisognava vedersi, e subito. Anche prima dei ballottaggi che hanno fatto tremare la tenuta della maggioranza regionale. Renata Polverini, la presidente della Regione Lazio che ieri, dopo l’annunciato passaggio dalla ‘suà lista nel gruppo del Pdl di due consiglieri (ma uno ci ha già ripensato), ha parlato di «atto ostile del partito» e di «fine della coalizione», oggi si è seduta attorno a un tavolo con i vertici del Pdl. Obiettivo: provare a riprendere un dialogo, dopo una giornata, quella di ieri, che ha segnato forse il punto di massima distanza tra lei e il partito da quando è alla guida della Regione. Da una parte del tavolo lei col fidatissimo assessore al Bilancio Stefano Cetica. Dall’altra Fabrizio Cicchitto, Maurizio Gasparri e Andrea Augello, oltre ai coordinatori laziali Vincenzo Piso e Alfredo Pallone. E mentre da Tel Aviv il sindaco Gianni Alemanno si dice «convinto che nel centrodestra si troverà una soluzione, nel rispetto del ruolo della presidente», gli esponenti del Pdl sono usciti sostanzialmente soddisfatti dalla riunione: non c’è spaccatura, ma bisognerà in futuro trovare, da entrambe le parti, «più coesione» e «più comunicazione».
A Polverini sarebbe stata contestata da parte del Pdl troppa enfasi sul suo ruolo di presidente, pur sempre eletta con i voti del Pdl, oltre a una reazione eccessiva a fronte di un risultato elettorale tutto sommato soddisfacente. Ma Polverini, sempre stando a fonti Pdl, se sul modo avrebbe in parte accolto le osservazioni del partito, sul merito avrebbe tenuto il punto, chiedendo al Pdl più lealtà, specie nelle situazioni locali (vedi Sora). Insomma, lei deve coinvolgere di più il Pdl, ma il Pdl deve essere «consequenziale» rispetto agli accordi. Altrimenti, impossibile non cozzare.
Seguiranno altri incontri, dopo le urne. La questione dei consiglieri ‘traghettatì, insomma, è stata la goccia, non la sostanza della discussione. Anche perchè, sebbene i corridoi del Consiglio parlino di «prese di contatto anche con altri consiglieri Lp» (si fanno i nomi di Angelo Miele e Pino Palmieri), la giornata ha registrato il primo dietrofront: Giuseppe Melpignano, considerato vicino a Fabio Rampelli, dopo aver parlato con Polverini ha deciso di rimanere nella lista della presidente: «Non posso accettare strumentalizzazioni – ha detto – e voglio fugare ogni dubbio circa la mia lealtà». Non smentisce la sua decisione di passare al Pdl invece Andrea Bernaudo (vicino ad Antonio Tajani): «Non si può cambiare idea così. Io mi riconosco in Berlusconi, e non voglio partecipare alla costituzione di altri partiti. I fatti dimostreranno che non ci sono state compravendite».
L’opposizione, va da se, non sta certo a guardare. Oggi a delineare la ‘road map’ per insinuarsi nella crisi della maggioranza è stato il capogruppo Pd Esterino Montino: martedì insieme agli altri leader del centrosinistra sarà delineata una mozione «per verificare se c’è ancora una maggioranza attorno a Renata Polverini» e «parlamentarizzare la crisi» proponendosi come «forza alternativa» al centrodestra. «Non penso affatto a maggioranze alternative – ha detto – ma potrebbe esserci una maggioranza disposta a votare questa mozione». E ha lanciato un amo: «Il sottosegretario Augello sta pensando a un gruppo di ‘responsabilì in Consiglio regionale che fa capo a lui». In serata è arrivata la smentita del diretto interessato, che però voci indicano come uno dei mediatori delle manovre politiche di Gianni Alemanno. Il quale oggi ha smentito di «pensare alla costituzione di un nuovo partito», sostenendo comunque la necessità di «compiere, dopo i ballottaggi, una riflessione nel Pdl». Alemanno, non è una novità, chiede per il partito una stagione di congressi, di rinnovamento. E qualora ciò non avvenisse (o se il Pdl continuasse a dar sponda alla Lega su vicende come quella dei ministeri), voci insistenti lo darebbero pronto a costituire gruppi parlamentari autonomi. E oltre ai ‘fedelissimì della Fondazione Nuova Italia potrebbe essere coinvolto, oltre che Augello, anche Altero Matteoli, nonchè ex Fli come Urso, Ronchi e Moffa.
Bernaudo = Tajani = Fazzone Medita Polverini medita