Storace: “Polverini si dia una regolata”

28/05/2011 di
storace

«Resto a bocca aperta sfogliando le cronache della regione Lazio. La riconquistammo un anno fa, centomila nostri elettori furono determinanti sbarrando con un segno di croce il nostro simbolo. Vinse Renata Polverini, si chiuse la triste era Marrazzo, ne fummo felici. Sembrano passati dieci anni. Non mi piace affatto quello che succede e bisogna che Renata Polverini si dia una regolata. Non è il presidente della Regione che decreta con una dichiarazione la fine di una coalizione. Se quello è il suo intendimento, lo fa sottoscrivendo una lettera di dimissioni, poichè non sarebbero ipotizzabili, nè possibili – mi pare di capire – cambi di maggioranza in seno al Consiglio Regionale del Lazio». Così Francesco Storace, Segretario Nazionale e Capogruppo de La Destra alla Pisana, questa mattina dal suo blog www.storace.it come riporta una nota del partito.

«No, ha il dovere di provarci a governare, assieme ai suoi alleati, che non sono i suoi nemici. Renata Polverini, che vinse meritatamente quelle elezioni, non può permettersi di sciupare un patrimonio che ha creato. Ma non lo ha creato da sola – aggiunge – E tutti dobbiamo chiederci se davvero è finita la coalizione. Non in maniera retorica, tanto per mettere in scena una commedia di dubbio successo, ma realisticamente. Io ci vedo la fine della politica nelle convulse polemiche degli ultimi tempi e non solo nel Lazio. Ma non è il passaggio di due consiglieri dalla lista Polverini al Pdl a determinare la crisi della politica e tantomeno a poter vanificare il voto di milioni di cittadini del Lazio un anno fa. La vita di una coalizione, il suo percorso, il suo successo ma anche la sua fine vengono determinati soprattutto dai comportamenti di chi la guida. Anch’io pagai errori commessi, la storia non risparmia nessuno. Ma qui i rapporti si stanno logorando troppo presto. E non va bene. Recuperare senso della misura, innanzitutto, per esercitare una leadership che ha probabilità di successo soprattutto se si è amati e non se si è temuti. La capacità di ascolto deve caratterizzare una presidente a cui nessuno si può permettere di disconoscere coraggio, determinazione e una grande capacità di lavoro. Ma l’insofferenza vanifica la qualità dell’opera. Non si rappresenta il rinnovamento strillando nell’esercizio del potere; anche perchè rischiano di essere più forti le urla di chi strilla contro il potere. Non si costruisce una nuova politica alzando i decibel contro chi ti sostiene; perchè poi chi ti sostiene si stranisce e si chiede se le elezioni le ha vinte o le ha perse; piuttosto ci si stringe e si combatte assieme, spalla contro spalla, evitando di dare l’idea di voler abbracciare la sinistra; chè quelli, appena ti volti, ti fregano». «A Renata Polverini dò un consiglio non richiesto (lo faccio pubblicamente, perchè non c’è dialogo da mesi ed è il capo della maggioranza che deve chiedersi perchè): non serve un partito della presidente, serve una presidente che con l’azione di governo esalti il valore dei partiti che hanno avuto il merito di individuarla come candidata, di sostenerla poi fino alla vittoria e hanno adesso la responsabilità di incoraggiarla nell’azione di governo – continua – … Ora occorre lavorare per rimettere a posto i cocci. Dando segnali precisi alla pubblica opinione. Presidente della Giunta e Consiglio regionale devono tornare a lavorare insieme. La maggioranza si deve sentire protagonista. Per me ci sono gli spazi, con un accorto procedimento legislativo, per ridurre persino i costi della politica, riducendo gli assessori esterni – le due più grandi forze politiche della maggioranza hanno vasta rappresentanza nell’aula della Pisana – e contestualmente le commissioni consiliari. La maggioranza si può rifar partire risparmiando e riaggregando. Con un’avvertenza: non dobbiamo più leggere che si mettono in mezzo altri soggetti a parteggiare per chi deve faticare in regione. Alemanno pensi al Campidoglio, dove bisogna preoccuparsi di recuperare consenso per il 2013. Credo che il sindaco cominci a rendersi conto che il tempo della strafottenza è finito, in particolare verso La Destra. Nella Capitale, come è accaduto a Latina e con proporzioni che a Roma saranno diverse e persino più ampie – e lui lo sa – senza di noi non vince nessuno contro la sinistra. Quindi – conclude – se deve pensare a una istituzione è bene che si occupi di quella capitolina. Poi, se davvero vuole rifondare An non abbia la presunzione di farlo escludendo, giacchè nessuno ha titoli per farlo. La regolata se la diano tutti. Io voglio ricominciare ad essere felice di aver vinto un anno fa».

  1. Anche i falliti si fanno sentire. Ha preso un manciata di voti e si permette di riprendere l’operato della Polverini. Sa che se vengono mischiate le carte alle regione, perderà anche lo strapuntino dove è seduto. Meglio così, considerato i debiti abbissali che ha prodotto quando era governatore del Lazio.

  2. il problema non sono questi individui inqualificabili ma le persone che li votano!

  3. Ma parla pure lui il fallito per eccellenza ha distrutto tutto ciò che ha toccato. Snobbiamolo latinensi

  4. Rappresenta quello che erano i bassifondi del MSI. Almirante si vergognerebbe di questi soggetti. Se un esemplare simile rappresenta le istituzioni, allora questo paese è definitamente finito

  5. Storace, l’unica alleanza seria degli utltimi anni l’ha fatta con la Santanchè, ed è tutto dire …..
    ma per favore, vattinne……