L’EMENDAMENTO “ANTI PRECARI” E’ DI GIANFRANCO CONTE

27/07/2008 di

Scoppia il caso precari. Le norme inserite dal governo nella manovra, che facilitano il ricorso ai contratti a termine da parte delle imprese, sono contestate duramente dai sindacati e dal Pd. L’emendamento contestato è sato presentato dal parlamentare pontino Gianfranco Conte.


Giudizio positivo invece della Confindustria: «Bene, così si eviteranno lunghi contenziosi». Fra le nuove misure inserite nel decreto in corso di approvazione, ce n’è fra l’altro una che rende impossibile l’assunzione definitiva al giudice in caso di contratti scritti in modo irregolare: si può ottenere solo un indennizzo.  La norma inserita nel testo della manovra già approvato dalla Camera cancella in particolare la possibilità per i precari – una volta fatto ricorso al giudice e constatata l’irregolarità del rapporto di lavoro – di veder trasformato il contratto a tempo determinato in contratto a tempo indeterminato. In cambio avrà solo una indennità di entità variabile, compresa tra le 2,5 e le 6 mensilità: una misura analoga a quella prevista per le imprese con meno di 15 dipendenti. La norma riguarda nello specifico solo i contenziosi in corso e solo le irregolarità formali, legate in particolare alle causali dei contratti. L’emendamento con cui è passata la norma è stato presentato e approvato in commissione Bilancio alla Camera, e passa ora all’esame del Senato.

«Si tratta di un emendamento nato in ambito parlamentare. Non è del governo, né tantomeno, dunque, del ministro Sacconi». È quanto ribadiscono fonti del ministero di via Veneto a proposito della norma anti-precari entrata a far parte della manovra, dopo l’ok alla Camera, ed ora all’esame del Senato. Norma dalla quale, viene fatto notare, «il ministro è stato e rimane distinto e distante». La norma comunque riguarda «solo il contenzioso in corso e mai il futuro e solo le irregolarità» ed è relativa «quasi esclusivamente alle Poste». Si tratta, dunque, di «una sorta di sanatoria o di norma transitoria», viene sottolineato. Per quanto riguarda il raggio di interesse, il contenzioso in materia di contratti a termine, fanno notare, «è molto limitato nei numeri e – si ribadisce – riguarda quasi esclusivamente le Poste».

La norma, nella formulazione che è giunta al Senato dalla Camera, presenta dubbi profili di costituzionalità. Lo ha sostenuto Pietro Ichino a Sky Tg24. «In realtà – spiega il senatore del Pd – avrebbe un’applicazione limitata ai soli rapporti su cui c’è una controversia attualmente aperta. Dubito che una norma di questo genere possa superare il vaglio di costituzionalità perché non si può stabilire una regola che vale solamente per chi è in causa in quel momento. Invece – aggiunge Ichino – c’è l’altra parte della norma che è quella in cui l’emendamento allarga drasticamente i limiti tra i quali è consentito assumere un lavoratore a termine. Per offrire maggiore flessibilità alle imprese si torna ad allargare le maglie della protezione nel settore del lavoro precario».

Intanto il Pdl difende la norma. «L’opposizione si agita tanto con nessun costrutto per sè ma soprattutto senza costrutto per quella parte dei lavoratori precari in attesa di una sentenza di reintegro. Le critiche scriteriate alla norma inserita nella manovra ricordano l’aforisma togliattiano di chi, per cuocere un uovo pensa di abbattere la foresta amazzonica». Così Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati del Pdl, commenta le critiche delle opposizioni alla norma anti-precari inserita nella manovra. «Scopo della norma – spiega Napoli – è quello di accorciare i tempi del contenzioso a tutto vantaggio dei lavoratori e delle aziende. La platea di lavoratori interessati è molto ridotta. Ma come sempre l’opposizione preferisce guardare alla pagliuzza nell’occhio degli altri – conclude l’esponente del Pdl – e non vedere la trave che il governo Prodi ha messo in testa al Paese».
«La decisione parlamentare sui precari è vergognosa. In questo paese dilaga l’ingiustizia sociale». È quanto dichiara Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra. 

CHI E’ GIANFRANCO CONTE

Gianfranco Conte, presentatore dell’emendamento contenente la cosiddetta norma anti-precari, è uno dei deputati del Pdl con maggior esperienza parlamentare: infatti siede sugli scranni di Montecitorio sin dal 1994, quando esordì nelle istituzioni venendo eletto con Forza Italia. Ed è anche un deputato che si è sempre lasciato una certa libertà di parola: fu
lui un paio di settimane fa a ipotizzare il ritiro della Robin tax dalla manovra. Nato 55 anni fa a Minturno (Latina), laureato in scienze politiche e di professione imprenditore, Conte è stato rieletto con Forza Italia nel 1996, nel 2001 e nel 2006,
mentre ad aprile è tornato alla Camera con le liste del Pdl. Conte è sempre stato membro della commissione Finanze di cui è stato eletto presidente all’inizio di questa legislatura. E alla guida di questa commissione ha esaminato il decreto manovra, congiuntamente alla commissione Bilancio. Con il precedente governo Berlusconi Conte ha anche ricoperto il ruolo di
sottosegretario al Rapporti con il Parlamento, dal 10 giungo 2005 al 17 maggio 2006. Sempre in quella legislatura ha svolto l’importante ruolo di relatore del ddl risparmio. Si trattò di uno dei rarissimi casi di un provvedimento «bipartisan» tanto è vero che i relatori furono due: oltre a Conte anche il Ds Sergio Gambini. In questa legislatura ha già presentato diverse proposte di legge, soprattutto in materia tributaria. Tra esse una legge Costituzionale di tutela dei diritti del contribuente.