RAGAZZINA SOLA IN UNA CASA INVASA DAI TOPI

26/07/2008 di

Viveva in una casa infestata dai ratti, a soli 16 anni. La ragazza romena era giunta in Italia con il padre che poi è morto in un incidente stradale. Ora la giovane è stata portata in una casa famiglia dagli Angeli custodi della Prefettura.

LA TESTIMONIANZA DEGLI “ANGELI CUSTODI”

L’adolescente viveva in una casa diroccata, senza luce né acqua e priva di finestre. Una casa isolata invasa dai ratti nelle campagne di Aprilia . La trovano gli Angeli custodi che la portano al centro di pronta accoglienza per minori. Era venuta in Italia da qualche mese, insieme con il padre. Provenivano da un piccolo paese della Romania, ai confini con la Bulgaria, da dove sono partiti molti dei rom che occupano la ex bulloneria di via Verdi. L’uomo aveva 45 anni, senzatetto, privo di mezzi di sostentamento.  I due sembravano inseparabili. Così li avevano incontrati e conosciuti, dentro la ex- bulloneria,  per la prima volta, gli angeli custodi .

La ragazzina, mai veramente scolarizzata, sa appena leggere e scrivere. Viene incontrata  da una unità di strada della Provincia e della Prefettura alla stazione ferroviaria di Cisterna, durante il consueto turno di monitoraggio del territorio . Era in compagnia di due coetanee romene che chiedevano denaro ai passeggerei dei treni. Le tre ragazzine, ben conosciute dagli Angeli custodi,  così come le loro famiglie,  vengono accompagnate ad Aprilia. Due di loro, dopo i consueti rimproveri e raccomandazioni, sono affidate ai genitori. Si cerca il padre della terza. L’adolescente dice di non abitare più nella bulloneria. In seguito alle liti e ai tentativi di aggressione avvenuti nella fabbrica di via Verdi, il padre ha deciso di portarla altrove, in un luogo isolato, ma considerato più sicuro. Altri Angeli custodi si aggiungono ai primi e tutti insieme raggiungono uno sperduto casolare abbandonato e diroccato in località La Cogna. C’è sporcizia ovunque. Manca luce e acqua. La ragazzina mostra i materassi luridi sui quali dorme. Le unità di strada vedono due topi fuggire dinanzi la porta. Fino a poche settimane prima la casa era stata rifugio di un gruppo di immigrati maghrebini. Il padre non c’è e la figlia  non sa se e quando tornerà.  Poco dopo la ragazza viene accompagnata nel centro di pronta accoglienza per minori di strada, realizzato da Provincia e Prefettura  di Latina con i fondi del Ministero dell’Interno Unrra e gestito in collaborazione con l’associazione Ponti Reti.

In serata, finalmente, si fa vivo il padre. Era a Roma e non sapeva dove fosse la figlia. Parla al telefono, ne chiede a gran voce la restituzione. Ma la Procura dei Minori e il Tribunale dei Minorenni, che hanno coordinato, fin dall’inizio,  tutta l’operazione,  dispongono diversamente, in attesa dei risultati delle indagini e degli approfondimenti . Indagini della Procura di Latina e dei  Carabinieri di Aprilia, mentre il Comune e i servizi sociali di Aprilia assumono il caso come proprio. D’altro canto la ragazza non ha documenti di identità. Il padre non ha alcun documento che attesti la sua paternità. Solo alcuni giorni dopo, su richiesta della sala operativa sociale , il Comune rumeno di provenienza, confermerà lo stato di famiglia e il fatto che l’immigrato è il padre della minore. Gli Angeli custodi ben conoscono gli amministratori e gli assistenti sociali interpellati in Romania, perché è lo stesso Comune  dove hanno accompagnato i tre fratelli mendicanti di Formia.

Si cerca di sapere di più sulla condizione della famiglia, sulla madre, sui fratelli. Si cerca di capire che esito potrebbe avere il ritorno in patria della minore, magari accompagnata dal padre.“Avevamo solo notizie frammentarie. Una storia di disgregazione familiare. La bambina necessita di cure particolari e continue  –  dice l’assessore alle Politiche Sociali della Provincia , Fabio Bianchi  che ha seguito da vicino tutta l’operazione – cerchiamo di capire se c’è una madre che aspetta il ritorno della figlia. Se c’è una casa. Se saranno  assicurate le necessarie cure mediche e se i servizi sociali del comune rumeno seguiranno da vicino la ragazza. Vogliamo preparare una relazione da inviare al giudice del tribunale dei minorenni.”

La minore  intanto viene trasferita in una casa famiglia, dove vive serenamente e si integra nella piccola comunità. La vita in strada era talmente dura e pericolosa che vive questi giorni come una specie di vacanza. Pensa con malinconia al padre, ma apprezza le comodità di una casa dove si possa fare la doccia tutti i giorni, vedere la televisione e fare merenda. Dove non devi temere la notte, perché non c’è nessuno che verrà a molestarti. Non comprende l’italiano ma l’aiutano un angelo custode che è anche mediatore culturale di lingua rumena, gli operatori del centro di pronta accoglienza e gli altri bambini rumeni della casa famiglia.

Fin qui la storia di una vita già difficile di una adolescente sfortunata. Poi l’altro giorno la svolta drammatica: il padre della ragazzina, durante uno dei suoi consueti vagabondaggi viene investito e ucciso da un automezzo non lontano da Aprilia. Ora l’adolescente è circondata dall’affetto del personale della casa famiglia, seguita dall’assistente sociale del comune di Aprilia. Il Tribunale dei minorenni ha assunto decisioni rivolte ad assicurare la sua protezione, il suo diritto ad essere curata e ad aver una vita normale. Certo non si dimenticano di lei gli Angeli custodi che l’hanno accompagnata al consolato per avere un duplicato del documento di identità.

“La vicenda – commenta il Prefetto Bruno Frattasi – dimostra quanto sia importante il  monitoraggio sociale svolto dai nostri operatori. Una lettura quotidiana delle realtà più difficili di povertà e di emarginazione dove sono proprio i minori a correre i rischi maggiori. Anche in  questo caso si è trattato di un lavoro complesso dove più agenzie hanno collaborato ognuno con le proprie peculiarità. Ora, tutti insieme, ci sentiamo impegnati ad assicurare alla adolescente un futuro più sereno”.