Indagine Intesa Sanpaolo, nel Lazio tre poli tecnologici

26/04/2011 di
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«Il sistema distrettuale tradizionale, caratteristico del modello manifatturiero italiano, è poco rappresentato nel Lazio e limitato, secondo la mappatura di Intesa Sanpaolo, al solo distretto della ceramica di Civita Castellana (Viterbo). La crescente rilevanza di tematiche quali innovazione, conoscenza e ricerca, come leve competitive per lo sviluppo e il successo delle imprese, pone invece la necessità di individuare e monitorare i poli tecnologici presenti sul nostro territorio. L’importanza di questa mappatura sta nell’offrire uno spaccato sulla presenza italiana nei settori high-tech, alla luce del ruolo fondamentale dei poli tecnologici che, interagendo con il resto del manifatturiero italiano, contribuiscono ad innalzare la competitività delle imprese del nostro paese».

E’ quanto emerge dal primo monitoraggio sui distretti del Lazio condotto dal centro ricerche e studi Intesa-Sanpaolo: «Il territorio laziale si distingue per la presenza di 3 rilevanti poli tecnologici: il polo farmaceutico-biomedicale del Lazio, che si sviluppa sulle province di Roma, Latina e Frosinone e i poli dell’Ict e dell’aeronautica romani, concentrati nell’area della capitale. Le tre realtà hi-tech individuate nel Lazio occupano il 26% degli addetti sul totale degli addetti dei poli tecnologici italiani e hanno esportato, nel 2010, per un valore di 5.393 milioni di euro, corrispondente a circa il 27% dell’export dell’hi-tech italiano. La dimensione media per azienda è superiore rispetto a quella media dei poli tecnologici italiani analizzati, confermando la presenza di imprese di dimensioni medio grandi tipica in particolare dei settori farmaceutico e aerospaziale. Vista la rilevanza dei poli laziali all’interno dei poli tecnologici e l’elevata propensione all’export delle imprese appartenenti a questi sistemi locali, il Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo ha deciso di dedicare un monitoraggio trimestrale alla congiuntura delle esportazioni iniziando da questo primo numero del Monitor dei distretti del Lazio. I settori ad alta tecnologia hanno un ruolo determinante nella regione. Il peso dell’export dei poli tecnologici sul totale delle esportazioni regionali è infatti pari a circa il 36% nel 2010, ben superiore rispetto alle altre realtà analizzate (in Campania 19%, in Lombardia 9%). I poli tecnologici laziali hanno evidenziato un andamento delle esportazioni più brillante rispetto ai poli tecnologici italiani, registrando una perdita più contenuta nel 2009 (-1,6%) e una ripresa ancora più intensa nel 2010 (30,4%). Tale risultato si spiega grazie soprattutto alla buona perfomance del polo farmaceutico-biomedicale, che ha evidenziato una crescita delle esportazioni a due cifre, grazie alla ripresa delle vendite sui due primi mercati di sbocco: Francia e Stati Uniti. Anche l’ICT ha registrato un buon andamento delle esportazioni, chiudendo sia il 2009 che il 2010 in crescita. Nel 2009 sono state le vendite sul mercato tedesco a trainare il settore, nel 2010 invece sono stati Regno Unito, Francia e Romania a dare il contributo più consistente. Meno dinamico invece il polo aeronautico, che però si caratterizza per cicli produttivi più lunghi e rigidi. Soffrono in particolare le vendite sul mercato statunitense».

«Nonostante i segnali positivi emersi, permangono alcune criticità – commenta Fabrizio Guelpa, Responsabile Industry & Banking del Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo – I dati sulla cassa integrazione guadagni evidenziano le difficoltà incontrate dai poli tecnologici laziali nel 2010 sul fronte della domanda interna. Vi è stato infatti un incremento delle ore autorizzate di CIG (+60%, rispetto al +30% della media dei poli hi-tech italiani), causato in particolare dal boom di richieste del settore ICT (+220%). Gli altri 2 poli tecnologici laziali hanno invece mostrato un incremento più modesto. I primi mesi del 2011 hanno evidenziato poi richieste soprattutto di cassa integrazione straordinaria, relativa a situazioni di crisi più strutturali».