A LATINA LA SPERIMENTAZIONE DEL VACCINO ANTI AIDS

02/07/2008 di
Dopo i risultati
positivi della fase I, parte oggi ufficialmente la seconda fase
clinica di sperimentazione del vaccino italiano anti-Aids targato
Istituto superiore di sanità (Iss). La sperimentazione sarà effettuata anche a Latina.

 
«Il programma parte in questi
giorni: abbiamo iniziato ad arruolare i primi 128 volontari italiani,
tutti sieropositivi in terapia», spiega la pontina Barbara Ensoli, direttore
Centro nazionale Aids dell’Iss e ‘madrè del siero basato sulla
proteina Tat, oggi in un incontro a Roma.
 
«La sperimentazione della vaccinazione a scopo terapeutico
coinvolgerà in tutta Italia 10 centri clinici e 100 operatori,
coordinati a Modena – aggiunge l’esperta – Per l’ultimo centro, quello
di Bari, siamo in attesa dell’ok del comitato etico che si riunirà
entro luglio». Tutti i volontari avranno tra i 18 e i 55 anni.
L’obiettivo primario della sperimentazione è quello di valutare
l’immunogenicità del vaccino e proseguirne la valutazione di
sicurezza, già verificata nello studio di fase I, attraverso il
monitoraggio dell’incidenza e della tipologia di eventuali effetti
avversi.
La Ensoli è ottimista: «Stiamo lavorando con grande impegno –
assicura – e i dati parlano da soli. I risultati della fase II sono
attesi già tra un anno, e se tutto andrà bene potremo passare alla
terza fase», l’ultima.
 
Le persone arruolate nella
sperimentazione saranno sieropositive al virus Hiv e sotto
terapia antiretrovirale (Haart), con virus non più
evidenziabile e un numero di cellule immunitarie Cd4 uguale o
superiore a 400. «L’obbiettivo – ha detto ancora Ensoli – è
andare a guardare la risposta immunitaria». La sperimentazione
del vaccino italiano, finanziata complessivamente con 21 milioni
di euro, viene condotta in questa seconda fase in dieci centri
coordinati dal Policlinico di Modena e che si trovano a Torino,
Milano, Brescia, Ferrara, Firenze, Roma, Latina e Bari (per
quest’ultimo è atteso l’ok del comitato etico entro luglio).
 
La durata prevista per questa seconda fase è di un anno (6
mesi per il trattamento più 6 per i controlli). «Finalmente
ora tutto è pronto per partire dopo una lunghissima attesa – ha
detto Ensoli – dovuta soprattutto alle difficoltà nel reperire
i fondi e nel cercare in Italia la struttura per produrre un
vaccino interamente finanziato dal pubblico». Il vaccino, che
viene prodotto presso l’Università di Urbino, si basa sulla
proteina Tat biologicamente attiva, motore della replicazione
del virus Hiv.