LA CURATRICE (ABUSIVA) TORNA IN ATTIVITA’, CHIUSO IL SUO CENTRO

25/06/2008 di
Il suo centro benessere fu chiuso nel
novembre del 2002. Ma da un po’ di tempo era tornata in attività Monica L., 57 anni, la “curatrice”
di origini marchigiane ma da anni residente ad Aprilia.

 
In passato prometteva di
risolvere miracolosamente i problemi con i tumori piuttosto che con il morbo di
Parkinson, l’infertilità o i problemi con il diabete. Secondo lei bastavano farmaci a base
di aloe. Ma quella struttura non aveva autorizzazioni né titoli di
alcun genere e fu chiusa. Da qualche tempo il “centro benessere” aveva ripreso la sua attività anche se leggermente
diversificata rispetto al passato. E sempre in via della Gogna ma in un altro
stabile, privo di qualsiasi autorizzazione a svolgere attività
curative.
 
Alla Asl, dove la direttrice generale Ilde Coiro ha
dato precise disposizioni rispetto ai controlli sulle attività abusive, avevano
avuto sentore della ripresa dell’attività. Il personale del dipartimento di
prevenzione, diretto da Igino Mendico, ha cominciato accertamenti mirati e
quando ci si è resi conto della situazione sono stati attivati anche i
carabinieri del Nas. Ieri mattina – riferisce Il Messaggero – sono scattati i sigilli, la struttura è stata
posta sotto sequestro preventivo dagli uomini del servizio igiene pubblica
coordinati da Giuseppe Ciarlo. Stavolta la “guaritrice” effettuava
trattamenti con delle creme o semplici massaggi. Nessun lettino ma reti e
materassi, i pazienti dovevano portare con sé le lenzuola perché non erano
comprese nel prezzo. Si andava da 25 euro per un semplice massaggio a 50 euro
per i trattamenti “completi” ma c’erano anche degli sconti quantità. Al momento
del controllo c’erano un paio di clienti ma è stata documentata comunque una
florida attività. Sono al vaglio degli investigatori, adesso, agende,
appuntamenti per le visite, farmaci ritrovati nel centro, alcuni bisturi tenuti
in condizioni igienico sanitarie precarie. Tra il materiale sequestrato anche
una serie di ricette bianche, tutte già firmate, sulle quali la donna effettuava
le prescrizioni. Chi ha apposto la sua firma non risulta iscritto all’Ordine dei
medici ma alcune farmacie, forse conniventi, rilasciavano comunque i medicinali.
La donna, come allora, ha mostrato attestati esteri ma intanto le viene
contestato l’esercizio abusivo della professione.