TIR IN SCIOPERO, A RISCHIO IL SETTORE AGRICOLO PONTINO

24/06/2008 di
Il blocco dei trasporti previsto per il prossimo 30 Giugno per denunciare il forte disagio della categoria degli autotrasportatori in conseguenza dei crescenti aumenti del prezzo del petrolio al barile e, quindi, del gasolio da auto-trazione potrebbe, però, avere degli effetti economici disastrosi per il settore agro-alimentare italiano che si trova, per quanto riguarda la frutta e la verdura, nella piena stagione di produzione. 

"La frutta e la verdura – spiega la Coldiretti – ma anche il latte che quotidianamente viene prodotto sul territorio nazionale sono, infatti, prodotti facilmente deperibili che devono essere velocemente trasportati presso i siti di lavorazione e di commercializzazione per essere prontamente consumati dai cittadini. Questa preoccupazione viene denunciata dalla Coldiretti che, però, confida molto che negli incontri dei prossimi giorni tra autotrasportatori e Governo, annunciati dal Ministro Altero Matteoli, si possano trovare le soluzioni in grado di scongiurare l’ipotesi di sciopero".

“In questo periodo si concentra la piu’ ampia varietà e quantità di produzioni orto-frutticole del nostro territorio che per effetto dello sciopero non potrebbero raggiungere il mercato finale con inevitabili danni economici di migliaia di imprese agricole provinciali” afferma Daniela Santori, Presidente Provinciale Coldiretti Latina “Già lo scorso anno, in concomitanza di un analogo sciopero degli autotrasportatori protrattosi per più giorni è avvenuto un vero e proprio blocco dei mercati orto-frutticoli italiani, tra cui il M.O.F. di Fondi, con il precipitare dei prezzi pagati ai produttori agricoli a livelli infimi e insostenibili e con grave compromissione della redditività aziendale dell’anno. Nei giorni scorsi siamo stati sollecitati da una nota Cooperativa di Aprilia che ha paventato il serio rischio di completa compromissione della campagna di raccolta delle susine che avviene proprio a cavallo dei giorni previsti per lo sciopero, per cui il prodotto deve raggiungere necessariamente, dal campo, le celle frigorifere del sito dello stabilimento e da lì gli altri siti di lavorazione nel Nord Italia”. C’è da sottolineare che al pari della categoria degli autotrasportatori anche le aziende agricole stanno affrontando negli ultimi mesi la grave problematica del forte aumento dei costi di produzione che solo per il gasolio è stimato essere pari a circa 250 milioni di euro in un anno su base nazionale. Ma pesanti rincari si sono verificati anche per i mangimi e i fertilizzanti, il cui prezzo è quasi raddoppiato nell’ultimo anno. Lo sciopero e soprattutto i suoi riflessi diretti comprometterebbe ulteriormente una situazione già pesantissima per le aziende agricole.

Gli effetti dello sciopero si farebbero, peraltro, sicuramente sentire pesantemente anche sui cittadini consumatori sia con un forte rialzo dei prezzi al consumo per i pochi prodotti presenti sui banchi di vendita, sia con un calo nei consumi proprio nel momento in cui è più necessario integrare la dieta quotidiana con latte fresco, frutta e verdura per compensare l’aumento delle temperature atmosferiche e la perdita dei sali minerali per la sudorazione.