SCAVI CLANDESTINI ARCHEOLOGICI AD APRILIA, NOVE DENUNCE

06/06/2008 di

Per lo scempio di un sito archeologico, un’area sacrale tra i comuni di Ardea e Aprilia i carabinieri del comando per la tutela dei beni culturali hanno denunciato
nove persone e recuperato numerosi reperti, tra cui vasi, oggetti in bronzo, punte di lancia, lucerne che, immessi sul mercato avrebbero fruttato circa due milioni di euro.

 
Tra gli altri spiccano una grossa maschera votiva e una statua di una figura femminile in terracotta seduta su un trono. «Abbiamo denunciato un intero nucleo familiare – ha detto in una conferenza stampa il col. Raffaele Mancino, comandante del reparto operativo dei carabinieri per la tutela beni culturali – proprietario di un’azienda agricola che gestiva in realtà un traffico di beni archeologici e ora deve rispondere di scavi clandestini e ricettazione».
 
«Sono recuperi importanti – ha commentato il soprintendente per i beni archeologici del Lazio Marina Sapelli Ragni- che ci obbligano a riscoprire e a progettare interventi. Nell’area la soprintendenza sta scavando da anni un santuario sul mare. Tra i nuovi ritrovamenti di particolare interesse 50 mascherine fittili che compongono un nucleo votivo omogeneo. La statua invece potrebbe essere una Demetra o una Kore».