Consorzio di Bonifica: “Basta costruire nelle zone a rischio”

25/03/2011 di
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Basta costruzioni in zone a rischio. Lo chiede il Consorzio di Bonifica dopo le recenti piogge. L’allagamento del 17 e 18 marzo scorsi all’altezza del bacino Pantani da Basso è stato provocato dal cedimento della sommità del cosiddetto “muraglione” (il muro dell’argine) risalente agli anni ’50.

Rottura dell’argine che non è stata causata dal supposto innalzamento di quota causato dalle griglie dell’impianto di sbarramento, né da materiali (rami, piccoli tronchi e rifiuti pericolosi di ogni genere ndr) trasportati dall’onda di piena, come ha invece scritto qualche giornale.

Le griglie impediscono, normalmente, l’arrivo a mare solo dei rifiuti che vengono illegalmente gettati nei canali di bonifica ma che inevitabilmente non vengono trattenuti in caso di eventi di piena come quelle del 17 e 18 marzo scorsi. Non è infatti pensabile frapporre ostacoli (griglie sbarrate) nel deflusso a mare degli eccezionali volumi d’acqua riconducibili alla confluenza delle portate di piena trasportate dal nodo idraulico Amaseno–Ufente–Linea Pio–Navigazione, Botte ed Impianti idrovori di prosciugamento che confluiscono tutti alla foce Badino.

L’allagamento è stato dunque provocato solo dal cedimento del muro dell’argine ed è per questo che il Presidente del Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino, Carlo Crocetti, sollecita di nuovo alla Regione Lazio i finanziamenti per la sistemazione idraulica e degli argini, già chiesti nel Piano regionale di Bonifica del 2003 e che ancora attendono una risposta.

Progetti e opere indispensabili a tutelare i fiumi, i canali e gli impianti idrovori e ad evitare che gli allagamenti e le esondazioni provocate dalle piogge eccezionali del 17 e 18 marzo scorsi possano causare danni peggiori rispetto a quelli registrati.

Ma il Presidente Crocetti chiede di nuovo anche ai Comuni pontini un tavolo di confronto e di collaborazione affinché non vengano più rilasciate autorizzazioni a costruire in aree a rischio idrogeologico. Ma soprattutto che si elaborino varianti al Prg in accordo con il Consorzio e comunque tenendo ben conto delle prescrizioni del Piano di assetto idrogeologico (PAI). I danni causati il 17 e 18 marzo sono stati assolutamente contenuti grazie al grosso sforzo dei tecnici del Consorzio che hanno lavorato insieme alla Sala della Protezione civile della Prefettura di Latina. Insomma si è impedita la tragedia, ma soprattutto i tecnici del Consorzio hanno evidenziato allagamenti di una certa entità solo presso il bacino di Pantani da Basso Non più procrastinabili dunque gli interventi conservativi e di manutenzione straordinaria del cosiddetto “muraglione.

Per metterlo in sicurezza ed evitare ulteriori crolli è stato necessario l’intervento – per due giorni consecutivi – dei tecnici del Consorzio e dell’elicottero della Protezione civile regionale che dall’alto hanno posizionato diversi sacchi di sabbia sempre disponibili presso il magazzino di piena del Consorzio. L’arresto temporaneo di alcune pompe degli impianti idrovori, previsto nei casi di eventi eccezionali, ha consentito di limitare gli afflussi dai bacini interni (nell’occasione circa 14000 l/sec), ed ha permesso di contenere la portata straordinaria concomitante con il picco di alta marea, permettendo così di contenere la rottura degli argini.

Inoltre, il Bacino da Basso è uno di quelli a prosciugamento meccanico più antropizzati in maniera dissennata dove l’urbanizzazione di aree a vocazione agricola e la realizzazione di coltivazioni intensive protette hanno contribuito all’impermeabilizzazione di enormi superfici che alterano il sistema di bonifica e rendono queste aree maggiormente esposte ad un elevato rischio idrogeologico. Non è un caso, infatti, che studi idraulici e geomorfologici, commissionati dall’Autorità di bacino e all’attenzione del Comitato tecnico regionale, hanno evidenziato come anche in condizioni eccezionali la zona sia destinata ad allagarsi pur con gli impianti idrovori attivi alla massima potenzialità.