AFGHANISTAN, IL MILITARE FERITO E’ DI LATINA
Andrea Tomasello, primo caporal maggiore del 2/o reggimento alpini di Cuneo rimasti ferito nell’attentato di oggi in Afghanistan, è originario di Latina.
Maria Antonietta Bambagiotti, addetta ai rapporti con la stampa della Prefettura di Cuneo, appena avuta notizia dell’incidente ha preso contatto col contingente italiano che è di stanza alla Caserma Vian di Cuneo, partito all’inizio dell’anno per restare in Afghanistan per sei mesi.
Al militare è stato amputato il piede destro, mentre alla gamba sinistra è stato applicato un fissatore per stabilizzare le fratture alla tibia ed al piede.
L’attentato è avvenuto poco dopo le 6 nel distretto di Mushai, già bersaglio in passato di altri attacchi ai militari italiani, ad una trentina di chilometri da Kabul. Un ordigno azionato a distanza è stato fatto esplodere al passaggio di una pattuglia di militari: tre militari sono rimasti coinvolti, ma due di questi hanno riportato solo contusioni; l’altro è rimasto ferito in modo più grave alle gambe. Attualmente è sottoposto ad un intervento chirurgico, «ma – ribadiscono fonti della difesa – non è in pericolo di vita». Lesplosione ha investito un blindato Puma, coinvolgendo tre militari.
LA MISSIONE ITALIANA
I militari italiani in Afghanistan sono circa 2.500. Due i contingenti principali in cui sono equamente divisi, nella capitale Kabul e a Herat, nell’ovest del Paese, entrambi inseriti nella missione Isaf della Nato. Ad Eupol, la missione dell’Unione europea per la ricostruzione della polizia civile locale, partecipano invece una decina di carabinieri, mentre un nucleo di finanzieri si occupa della formazione della polizia doganale. Ma per il contingente italiano in Afghanistan sono previste novità: da agosto, infatti, potrebbe esserci una drastica riduzione dei soldati schierati a Kabul e un corrispondente incremento di quelli ad Herat, dove già adesso esiste una struttura di tipo brigata. Tutto ciò anche in vista di una maggiore assunzione di responsabilità, nell’area della capitale, da parte delle forze afgane. Su questo rischieramento deciderà prossimamente il Governo, sentito il Parlamento, d’intesa con la Nato, che gestisce la missione Isaf. In questo momento in Afghanistan, l’Italia ha una doppia responsabilità: dal 6 dicembre scorso ha assunto a Kabul il Regional Command Capital, per nove mesi sotto la guida del generale Federico Bonato, mentre a Herat da poco è arrivato il generale Francesco Arena, che comanda tutte le forze Isaf che operano nella Regione Ovest, dove continua ad operare il Provincial reconstruction team a guida italiana. A Herat, l’Italia contribuisce alla gestione della base di supporto logistico (Fsb) a guida spagnola e coordina i quattro Prt della regione ovest del Paese (quei Team di ricostruzione con cui la Nato ha esteso la presenza della missione Isaf in tutto l’Afghanistan). Dall’inizio della missione italiana nel 2004 sono 12 i militari italiani morti in Afghanistan. Di questi la maggioranza è rimasta vittima di attentati, altri invece sono morti in incidenti, mentre uno è deceduto per un malore.