MORTI SUL LAVORO, I DATI DELL’EURISPES

22/05/2007 di
Il lavoro fa più morti della guerra: dall’aprile 2003, anno di inizio della seconda Guerra del Golfo, all’aprile 2007, sono stati 3.520 i militari della coalizione che hanno perso la vita; i morti sul lavoro in Italia dal 2003 all’ottobre 2006 sono stati 5.252.

 
Le cifre, elaborate dall’Eurispes su dati Inail, sono state rese note oggi dal presidente della commissione Attività produttive della Camera, Daniele Capezzone, nel corso di una conferenza stampa alla Camera. Dalla serie storica 2000-2006 risulta che ogni anno in Italia muoiono in media 1.376 persone per infortuni sul lavoro.

Una strage che ha un costo per lo Stato di 50 miliardi di euro l’anno. Nel Lazio, nel 2003, sono state 98 le morti bianche. Numero che è andato crescendo fino ai 121 nel 2004, per poi scendere a 105 nel 2005, collocandolo al terzo posto nelle graduatorie regionali dopo Lombardia e Emilia Romagna.
 
Il settore nel quale si registrano più di frequente incidenti mortali è quello dell’industria e dei servizi: la nostra regione ha dovuto contare 90 infortuni nel 2003, 106 nel 2004 e 100 nel 2005. Più contenuti i numeri nel settore agricolo: 8 nel 2003, 13 nel 2004, 2 nel 2005.
 
Dall’analisi delle singole province risulta che quella di Rieti detiene il triste primato italiano del maggior tasso medio di infortuni nel settore dei trasporti con 19,25 incidenti ogni 100 addetti nel 2005, seguita a breve distanza dalla provincia di Viterbo con 14,07. Nello stesso settore Roma è al penultimo posto dopo Latina, con un tasso medio rispettivamente di 1,07 e 2,91.
 
Il capoluogo sabino risulta primo tra le province del Lazio anche nel settore agricolo con 9,95 infortuni, seguito da Latina (7,61), Frosinone (4,68), Roma (4,37) e Viterbo (2,84).