OPERAZIONE «GHOST TOBAC», UN INDAGATO A LATINA

17/04/2008 di
Ci sono titolari, dipendenti e consulenti di imprese gravitanti nella filiera del tabacco: dalla produzione, alla trasformazione, al trasporto fino alla
commercializzazione, tra gli 80 soggetti ai quali i carabinieri delle politiche agricole e alimentari hanno notificato altrettanti avvisi di conclusione delle indagini emessi dalla procura di Perugia nell’ambito dell’indagine denominata Ghost tobac (tabacco fantasma)che ha interessato aziende di tutta
Italia.

 
Sarebbero 900 mila i chilogrammi di tabacco mai prodotto per i quali sono stati percepiti illecitamente finanziamenti della Comunità europea per più di tre milioni di euro. L’ indagine era cominciata con i controlli svolti dai carabinieri delle politiche agricole e alimentari su alcuni trasformatori di tabacco che avevano fatto vendite sospette ad imprese di commercializzazioni estere. È stata così scoperta la presenza di una sorta di sodalizio criminale che, secondo gli investigatori, aveva il suo cuore in Umbria, dove sono stati
notificati 44 degli ottanta avvisi di garanzia emessi. Da qui sarebbe partito il meccanismo della truffa milionaria, tramite anche il contatto con un funzionario pubblico, amministratore di una impresa commerciale con sede in Vienna, che provvedeva a ‘disperderè il tabacco, facendo figurare vendite inesistenti in
altri paesi comunitari ed extracomunitari. 
 
L’indagine, che ha riguardato i raccolti dal 2001 al 2004, ha interessato oltre alle province di Perugia (43 indagati) e Terni (1), anche quelle di Varese (1), Verona (1), Firenze (1), Siena (3), Arezzo (6), Teramo (1), Roma (2), Latina (1), Potenza (6), Matera (1), Caserta (2), Benevento (6) e Lecce (5). I reati
ipotizzati nei confronti degli ottanta indagati vanno, a vario titolo, dall’associazione per delinquere, alla truffa ai danni dell’Ue per il conseguimento di erogazioni pubbliche, alla falsa fatturazione nel settore del tabacco. 
 
Delle 80 persone sottoposte ad indagini, 43 sono produttori, titolari di quota di tabacco. Ci sono anche trasportatori di 4 ditte dell’ Umbria e della Campania, titolari ed amministratori di cinque industrie di trasformazione situate in Toscana, Umbria e Puglia e di cinque ditte commerciali italiane e estere, 12
persone facenti parte di Cooperative di produzione di Tabacco (in Toscana, Umbria e Puglia) e agronomi e periti agrari, deputati ai controlli per conto dell’ente erogatore, l’Agea, e operanti in Toscana, Umbria e Puglia.
   A carico di tutti gli indagati sono stati attivati il procedimento amministrativo per il recupero delle somme indebitamente percepite, il procedimento sanzionatorio amministrativo che complessivamente ammonterà a circa 20
milioni di euro e verifiche amministrative volte a togliere i diritti di aiuto comunitario alle imprese produttrici. 
 
I particolari dell’operazione sono stati resi noti oggi nel corso di una conferenza stampa alla presenza del procuratore della repubblica presso il tribunale di Perugia, Nicola Mariano, del sostituto procuratore Daniela Isaia, del comandante del comando carabinieri politiche agricole e alimentari, Pasquale
Muggeo, e del maggiore Francesco Albore, esperto dell’ Ufficio europeo per la lotta antifrode, che ha collaborato alle indagini. Secondo la ricostruzione fornita dagli investigatori, in seguito alla complessa attività di polizia giudiziaria fatta di perquisizioni, sequestri, accertamenti patrimoniali e bancari, è emerso che la truffa veniva messa in atto attraverso diverse modalità, con partite di tabacco inesistente che si spostavano tra imprese commerciali ed imprese di trasformazione in vari paesi, con documentazione e timbri falsi. Operazioni fraudolente che sarebbero avvenute con la compiacenza dei tecnici preposti
al controllo, i quali hanno attestato falsamente l’ingresso e l’uscita dal centro di trasformazione del prodotto. Di «una importante operazione che mette in luce aspetti di cui è giusto che i cittadini vengano a conoscenza» ha parlato questa mattina il procuratore Nicola Miriano. «Spesso i cittadini quando leggono i giornali – ha detto –  sono attratti da eventi di cronaca, dagli omicidi, dallo scandalistico. In questo caso si tratta di grossi danni riportati non solo dalla
Ue, ma anche dai cittadini stessi».