CRIMINALITA’ E MAFIA, LA “SVISTA” DEL PROCURATORE

31/03/2008 di
di LUIGI GALLO *
 
Erano i primi di gennaio quando il Procuratore della Repubblica Mancini lasciò molti senza parole affermando che secondo lui nel nostro territorio non ci sono associazioni di tipo mafioso.

 
Ritengo gravi queste affermazioni alla luce di tutti gli appelli fatti da parte di altri organi di sicurezza dello Stato in merito alla situazione a Latina e Provincia e alla luce degli ultimi fatti di sangue avvenuti nel nostro territorio. Nella nostra città e in varie zone della provincia sono state e stanno per essere investite montagne di capitali sulla cui provenienza non si indaga in maniera adeguata, normale che risulti tutto pulito. Per capire quanto sia radicata la presenza mafiosa sul territorio, basta leggersi le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia in occasione del procedimento che ha portato al processo Spartacus aveva affermato tempo fà l’Associazione Caponnetto, ma basta anche andarsi a rileggere la relazione antimafia che qualche tempo fa fu letta in parlamento e che citava la nostra zona a rischio perché ci sono infiltrazioni camorristiche anche nelle amministrazioni pubbliche. 

 

 Quando Mancini ammette come fa ormai da anni che quello dei rifiuti  è un business all’interno del quale esistono movimenti tutti da accertare e conferma che da li escono cospicue fonti di guadagno  per le organizzazioni criminali, vuol dire che in questi anni la Procura non ha  fatto nulla  per bloccare queste infiltrazioni, sottolineando una negligenza preoccupante sotto molti aspetti. 
 
 Il Procuratore, viene da domandarsi, ha vagliato tutte quelle denunce arrivate fino ad oggi in procura nei confronti delle società partecipate? Perché visto il silenzio che è sceso su inchieste tipo quella delle assunzioni facili che ha coinvolto il Comune di Latina in particolare un assessore, l’oblio in cui cadono decine di denunce  su Latina Ambiente e su Acqua Latina, molte delle quali ben dettagliate, basti vedere quelle che sono state fatte da Legambiente, è lecito sospettare una negligenza  da parte della procura se non addirittura altro. 

Come dice anche l’Associazione Caponnetto a cui io mi associo pienamente, è inatteso e aggiungo che non è normale che un Procuratore pubblichi analisi difformi da quelle dei magistrati della Dda si di Roma che di Napoli, che per legge hanno competenza esclusiva  sui reati associativi di stampo mafioso.

 In questo modo non solo come cittadini non ci si sente sicuri, ma si sente tutta l’assenza di una struttura, emanazione dello stato che non indaga su quello che è sotto gli occhi di tutti e su cui altre strutture dello stato ( Commissione Antimafia e Dda ) hanno lanciato l’allarme. 
E’ auspicabile che si crei una task-force tra le forze dell’ordine che analizzi i flussi economici che da tempo stanno attraversando la nostra provincia, nota per essere luogo per reciclare il denaro sporco  in attività commerciali ed edilizie, in modo da arginare subito queste infiltrazioni camorristiche ed evitare che Latina diventi un far west.

 

* L’Altra Latina