ESPOSTO IN PROCURA: “CONTROLLATE LE NUOVE DARSENE DI RIO MARTINO”

20/05/2007 di
Legambiente ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica e alle istituzioni locali per chiedere la verifica dei nuovi attracchi a Rio Martino. 

 
L’associazione "avendo preso visione diretta e
documentazione fotografica dei lavori attualmente in corso presso la sponda
ricadente nel territorio del Comune di Latina del canale di Rio Martino, chiede la verifica di tali interventi
rispetto alle prescrizioni relative alla concessione rilasciata dallo stesso
Comune di Latina
, su delega degli altri enti e uffici interessati, alla
società gestrice dell’ormeggio".

L’esposto di Legambiente prosegue testualmente: "Si segnala il fatto che più volte in passato siamo
intervenuti per chiedere che venisse fornita un’offerta adeguata alla domanda
di attracco per i diportisti locali, nel pieno rispetto dei vincoli ambientali
(ce ne risultano in vigore almeno sei) derivanti dal cosiddetto “Decreto
Galasso”, i quali prescrivono, tra l’altro, l’inedificabilità assoluta su tutta
la zona.

Abbiamo  preso atto
del sequestro giudiziario compiuto dalla Procura della Repubblica di Latina nel
2002, a
causa dello stato di assoluto abusivismo che si stava perpetrando da numerosi
anni su quel corso d’acqua.

Abbiamo inoltre apprezzato il superamento di tale situazione
attraverso la  realizzazione di un
progetto di ormeggio rispettoso dei vincoli e con minimo impatto ambientale,
con il benestare delle amministrazioni competenti

A seguito di tale accordo, nella piena evidenza dei fatti
accertati, si riscontrano i seguenti atti e situazioni:

        in data 01/08/2005, attraverso la delibera di giunta n.
530, il Comune di Latina ha affidato alla società Ge.Port srl (unica
partecipante alla gara), la concessione per la gestione dell’ormeggio e
l’installazione di due banchine mobili adibite all’attracco di imbarcazioni da
diporto alla foce del canale Rio Martino;

        tale concessione è dichiaratamente temporanea, con
validità di due anni, per cui risulterebbe in fase di scadenza;

        in data 06/12/2006, sempre attraverso specifica
delibera di giunta comunale, lo stesso Comune ha autorizzato la “realizzazione
di un punto di ormeggio per piccole imbarcazioni” nello stesso canale;

        tutti gli attracchi stati concessi per imbarcazioni non
superiori alla lunghezza di
8
metri
, mentre abbiamo potuto constatare personalmente
che sono attualmente ormeggiate imbarcazioni di lunghezza superiore;

        nello stesso sito internet (www.basenautica.it) della società
collegata, si dichiara esplicitamente che è possibile l’attracco per
imbarcazioni fino a
12
metri
e che presso la darsena possono essere offerti
tutti i servizi di banchina (incluso il parcheggio per automobili);

        per quanto constatabile risulta che i lavori in corso
applichino una interpretazione fin troppo estensiva dei prescritti obblighi in
capo alla società gestrice, rispetto alla messa in sicurezza del canale, alla
bonifica e alla pulizia dell’imbocco a mare, visto che si sta eseguendo una
riprofilatura della sponda, utilizzando materiale di cava riportato (breccia
mista a sassi) del tutto estraneo alla natura geologica del luogo, oltre che
materiale di risulta prelevato dal fondale del corso d’acqua, anche con
l’evidente fine di aumentare il livello di “pescaggio” delle imbarcazioni; il tutto
senza contare il fatto che le darsene sono state ancorate alla terra ferma con
gettate di cemento, così come avvenuto per i numerosi pali di illuminazione
dell’area e per i “gabbiotti” utilizzati dal personale di sorveglianza e assistenza
della società;

        per un tratto lungo circa
1 chilometro, risulta
quindi danneggiato irreparabilmente l’habitat della flora e soprattutto della
fauna (sono state distrutte numerose tane di nutrie) e testimoni oculari hanno
assistito all’uccisione di alcuni animali a causa dei lavori dell’escavatore.


 

Anche se autorizzati, appare fin troppo evidente che invece di adattare la darsena all’area
protetta in cui si trova, risulta che stia avvenendo il contrario: da qui
necessita la presente richiesta di verifica.

Tale esigenza si rafforza anche in funzione del fatto che i
lavori eseguiti ed in fase di esecuzione, appaiono sovradimensionati rispetto
all’esigenza di spazio per il posizionamento delle darsene amovibili a suo
tempo autorizzate; d’altro canto appare incongruo (almeno ipoteticamente)
l’esecuzione di tali lavori nella fase finale della detta gestione temporanea,
che scadrà tra circa due mesi e quindi in quella fase (sempre ipotetica) in cui
la delegata amministrazione comunale di Latina dovrebbe procedere all’emissione
di un nuovo bando di gara ad evidenza pubblica per l’assegnazione definitiva
della gestione".


L’esposto è firmato dal Direttivo
del Circolo Arcobaleno della Legambiente di Latina ed è indirizzato al
Sindaco del Comune di
Latina, al Presidente della Provincia di
Latina, All’Ufficio Circondariale
Marittimo di Anzio, Al Direttore Generale del Parco
Nazionale del Circeo, Al Presidente del Consorzio di
Bonifica di Latina, Al Presidente della Regione Lazio, All’Assessore all’Ambiente della
Regione Lazio
e alla Procura della Repubblica di Latina.