Ragazza si rifiuta di dare il telefono alla prof, rissa sfiorata al liceo Majorana: interviene la polizia

18/10/2022 di

Si rifiuta di consegnare il telefono all’ingresso in aula, come stabilito dalla circolare dell’istituto, e nel liceo Majorana di Latina si fiora la rissa. È quanto accaduto ieri, quando una studentessa ha chiamato casa in lacrime spiegando di aver ricevuto diverse note per non aver consegnato il suo smartphone.

A quel punto – come raccontato da Il Messaggero – a scuola è arrivato prima il fratello con un amico e poi il padre, chiedendo insistentemente di parlare con il preside. A nulla sono serviti gli inviti alla calma, tanto che sul posto è intervenuta la polizia per rasserenare gli animi.

La circolare dle preside della scuola era stata chiara: «La segnalazione di reiterati casi di cyberbullismo, i comportamenti scorretti nei confronti di alcuni docenti, nonché la questione relativa al telefono come distrattore e come isolamento nel gruppo, ci inducono a richiamare il regolamento d’Istituto». Da qui il divieto di smartphone.

ASSOCIAZIONE PRESIDI

«Parliamo di un episodio deprecabile e da condannare. Qualunque forma di violenza, verbale o peggio ancora fisica, nei confronti del personale della scuola va condannata e perseguita anche in sede civile». Così il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, commenta all’ANSA quanto accaduto nel liceo Majorana di Latina dove il fratello e il padre di una studentessa avrebbero minacciato e insultato i dirigenti dell’istituto per aver sanzionato la ragazza che si era rifiutata di consegnare il telefonino prima dell’inizio delle lezioni. «La questione dei telefonini in classe – continua Giannelli – è rimessa ad ogni singolo istituto. In certe situazioni può essere preferibile provvedere a una sorta di ritiro dei cellulari, ma in maniera condivisa con tutta l’utenza. In altri casi, invece, il telefonino potrebbe trovare anche una dimensione all’interno delle attività didattiche, utilizzandolo come uno strumento, alla stregua di un computer. Ricordiamoci che l’educazione alla cittadinanza digitale fa già parte del piano di studi».

IL COMMENTO

Quanto accaduto al Liceo Majorana di Latina è, «ancora una volta, l’ennesimo episodio di aggressione contro la scuola e i suoi operatori, colpevoli di avere la presunzione non solo di istruire ma anche di educare ai valori civili, di tolleranza di democrazia gli studenti». È quanto afferma all’Adnkronos il presidente Anp Roma Mario Rusconi, commentando quanto accaduto nel liceo Majorana di Latina dove il fratello e il padre di una studentessa avrebbero minacciato e insultato i dirigenti dell’istituto per aver sanzionato la ragazza che si era rifiutata di consegnare il telefonino prima dell’inizio delle lezioni. «I genitori della studentessa che si ribella alla norma della scuola, di lasciare cioè il cellulare fuori dalla classe – sottolinea Rusconi – dovrebbero aver firmato insieme alla figlia, ad inizio d’anno, il patto di corresponsabilità con la scuola in cui vi sono descritti una serie di comportamenti da tenere all’interno dell’edificio stesso. Decisioni prese di comune accordo tra il preside, i docenti, gli studenti e le famiglie, cioè dal Consiglio d’Istituto. Norme comportamentali – evidenzia – che coinvolgono sul piano educativo/disciplinare la formazione dello studente a livello personale e di relazione sociale».

«Purtroppo – aggiunge – sempre più sta diventando dilagante l’abuso della tecnica a scapito della conoscenza della tecnologia. Essere cittadini oggi vuol dire saper condividere con gli altri il rispetto e le buone maniere sia nel mondo reale sia in quello virtuale. Episodi come questo ne dimostrano esattamente la mancanza in entrambe le realtà, che è poi unica». Infine conclude Rusconi: «Lo sportello psicopedagogico, da molti di noi auspicato in ogni istituto, dovrebbe interessarsi anzitutto dell’educazione di molte famiglie. I figli – conclude – apprendono sempre dagli esempi dei genitori».